Nel mezzo del versante adriatico, appoggiata su di un poggio, Chieti Alta domina l’Abruzzo. Ad oltre trecento metri d’altitudine è una balconata sulla regione, emozionante susseguirsi di scorci panoramici. All’azzurro del mare Adriatico, che si intravede volgendo lo sguardo verso oriente, si contrappongono le viste sui principali massicci montuosi del centro Italia, quello del Gran Sasso e quello della Majella. Panorami che fanno da sfondo al nucleo storico del capoluogo teatino, ricco di resti ed edifici che ne raccontano le svariate fasi storiche, parte antica che si contrappone a quella moderna, a valle, chiamata Chieti Scalo. Dalla città sono numerosi gli itinerari che partono alla scoperta del suo territorio. Percorsi tra natura e storia, cultura ed enogastronomia. Una delle mete più pittoresche, che dal capoluogo si raggiunge rapidamente, è Pretoro, borgo pittoresco alle pendici del massiccio della Majella.
VENERDI SERA A CHIETI
E’ addentrandosi nel cuore d’Abruzzo partendo dalla costa adriatica, che si riesce a capire meglio una regione tra le più ricche e variegate a livello di paesaggi ed ambienti. Il primo tratto che dal litorale si insinua nell’entroterra è terra pianeggiante, che lentamente cede il passo ad un susseguirsi di dolci poggi. Chieti appare su uno di essi.
 
Raggiunta la cima non resta che abbandonarsi ad una passeggiata panoramica. Chieti è un susseguirsi di scorci che svelano, poco alla volta, la regione. La Majella ed il Gran Sasso, rispettivamente a sudovest e a nordovest della città, segnano l’orizzonte.
Protagonista delle terre teatine è anche la buona tavola. Tra i suoi tesori c’è sicuramente l’olio, ricavato dalle olive delle sue colline, da assaporare sul pane, altro alimento importante nella cucina regionale. Poi si può proseguire con qualche assaggio di salumi tra cui l’imperdibile porchetta, il salame e la soppressata.

SABATO A CHIETI
Mattinata alla scoperta di Chieti Alta, tra i nuclei cittadini più antichi d’Italia, fondata, secondo la mitologia, dall’eroe Achille, che gli diede il nome di Teate in onore di sua madre. Caratterizzata da un dedalo di vicoli che si intrecciano ed incrociano le vie principali, è un susseguirsi di scorci caratteristici che ne raccontano la storia. E’ corso Marrucino, con i suoi portici, la principale arteria del centro, dove concedersi qualche acquisto nei suoi negozi, e magari qualche assaggio in uno dei suoi numerosi locali storici. Non solo acquisti e assaggi ma anche belle chiese, tra cui la chiesa di San Francesco della Scarpa, con le scenografiche rampe di scale che salgono all’ingresso, la chiesa più importante della città dopo la cattedrale di San Giustino. Chieti propone anche piazzette e palazzi storici. Da non perdere la bella esedra della Pescheria, tra i più interessanti monumenti della città, che sorge davanti al bell’edificio del Seminario Diocesano.

Seconda parte della mattinata al Museo Costantino Barbella, situato nel seicentesco palazzo Martinetti Bianchi e dedicato allo scultore teatino, dove si possono ammirare numerose sculture di Barbella, maioliche e svariate collezioni d’opere d’arte. Interessante la Sala delle carte che custodisce una collezione di acquerelli e tempere raffiguranti costumi regionali del XVIII e del XIX secolo.
Pranzo con uno dei piatti simbolo della cucina abruzzese, gli spaghetti alla chitarra, dal nome dell’attrezzo utilizzato per la loro realizzazione, che regala una sezione quadrata agli spaghetti, da assaporare con un ragù misto di carne di manzo e da accompagnare con un classico vino rosso regionale, il Montepulciano delle Colline Teramane.
Pomeriggio da dedicare ad altri  tesori della cultura teatina, il Museo del Palazzo dè Mayo e la Cattedrale di San Giustino. Un imponente edificio racchiude i tesori di Palazzo dè Mayo; ventitrè sale nelle quali ammirare più collezioni di artisti abruzzesi e non. Barbella, Fattori, Francesco Paolo Michetti, Guccione e Vespignani sono solo alcuni degli artisti dei quali sono esposte le opere; poi una collezione di argenti provenienti da varie zone d’Europa. Gioiello romanico e barocco della città è invece la cattedrale di San Giustino, affacciata su piazza Vittorio Emanuele II, con l’imponente campanile, le sei piccole navate di due campate ciascuna della Cripta, e la Cappella barocca dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti.

Dulcis in fundo, il Museo archeologico nazionale d'Abruzzo, dove è conservato il famoso ed emozionante "guerriero di Capestrano", una scultura in pietra e marmo del VI secolo a.C. Rinvenuta casualmente nel 1934 in una necropoli dell'antica città di Aufinum (Ofena), località a nordest di Capestrano (Aq), è una delle opere più monumentali e impressionanti dell'arte italica: raffigura un guerriero alto ben 2,10 metri! Probabilmente era posta sulla tomba dell'uomo, certamente di alto lignaggio.

Vista la vicinanza di Chieti all’Adriatico, perché non concedersi una cena a base di pesce con, per iniziare, un antipasto alla marinara con calamari, vongole e scampi, proseguendo con il tradizionale brodetto di pesce, il tutto da accompagnare con uno dei bianchi classici regionali, il Trebbiano d’Abruzzo. Dopocena a spasso per la città per godersi le sue luci e quelle dei panorami d’Abruzzo.

DOMENICA A PRETORO
Un ultimo sguardo alle colline da Chieti Alta, prima di lasciare il capoluogo per la provincia, per abbandonarsi alle colline delle terre del sudest della regione. Colline che talvolta svelano per poi nascondere e scoprire ancora le alte montagne dell’Appennino. E’ Pretoro la meta della domenica, borgo presepio della provincia teatina, agglomerato storico all’ombra della Majella.
 
Prima di giungervi si attraversa un tratto boscoso, poi eccolo apparire. Borgo di artigiani, incanta i visitatori per la sua particolare struttura urbanistica, con le case appoggiate le une alle altre, i vicoli ed i vicoletti, le scale e le scalette. Tra scalette e stradine ci si deve fermare alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo, la principale del paese, con il pavimento che si adatta alle conformazioni della roccia, ma anche godersi i panorami che anche Pretoro, come il capoluogo, sa regalare.
Pranzo con un classico della cucina abruzzese, i maccheroni alla chitarra con ragù di agnello e un assaggio di formaggi tipici regionali, tra cui l’immancabile pecorino.

Pomeriggio all’aria aperta. Pretoro è infatti un borgo di storia immerso nella natura, quella della Valle del Foro, una lingua di terra dal paesaggio variegato, terra di faggeti, santuari e chiesette. Per godere al meglio la natura di questa valle, ideale è una bella passeggiata alla scoperta delle sorgenti del fiume. Pretoro costituisce infatti la parte più alta del corso del fiume e nella sua zona è possibile ammirarne le sorgenti, la chiesa della Madonna della Mazza e la grotta dell’eremita. Un percorso vicino all’abitato per apprezzarne la ricchezza paesaggistica ed il patrimonio naturalistico.
 
Questo borgo gioiello della provincia teatina vanta anche interessanti specialità gastronomiche. Da non perdere i classici “P’ttlolozz”, rombi di pasta preparati con farina e acqua e cotti nel sugo, così come l’agnello cotto alla brace con legna mista di faggio, carpino, ginepro e abete. Il tutto non può che essere accompagnato da un buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo. Un assaggio di Ratafià, tipico liquore abruzzese ottenuto dalle amarene e dal Montepulciano d’Abruzzo, ci fa sembrare il borgo di Pretoro ancor più piccolo e suggestivo, nella notte dominata dall’imponente massiccio della Majella ed inebriata dal profumo dei boschi di quest’angolo di centro Italia.

INFO PRATICHE

 
Mangiare
Tra i tanti indirizzi, consigliamo l'Osteria delle Piane a Chieti Scalo, che propone la tipica cucina marinara; e lo storico ristorante Nino, nel cuore di Chieti antica.
 
Per mangiare a Pretoro, consigliamo il ristorante tipico La torre di Pretoro, nel centro storico. 
Info utili