Vinci, il borgo di Leonardo, Pieve di Cadore, la terra di Tiziano, Bagheria, la città delle ville di Guttuso, poi la Pavarolo di Casorati, la Castelfranco Veneto di Giorgione e la Sansepolcro di Piero della Francesca. Poi Arco, San Giovanni Valdarno, Città di Castello e Moncalvo d’Asti.
Sono borghi e cittadine che legano insegne e identità ad autentici giganti dell’arte e della cultura. Alcuni di questi luoghi vivono della luce dei loro illustri cittadini, nel ricordo della loro arte, nella celebrazione del genio creatore di bellezza e armonia senza tempo. Altri hanno accolto artisti e intellettuali in una parte importante della loro vita, del loro percorso esperienziale, della loro crescita artistica. Tutti valgono un viaggio.
1 - VINCI, IL BORGO TOSCANO DEL GENIO LEONARDO
Definirlo pittore sarebbe limitativo. Considerarlo genio è sicuramente più appropriato. Ingegnere, scienziato e pittore, Leonardo da Vinci fu animato da innumerevoli interessi tra cui la scultura e l’architettura. Fu inventore, progettista, anatomista, trattatista, disegnatore, scenografo e musicista, talento universale che meglio di tutti seppe incarnare lo spirito del Rinascimento.
Nell’immenso patrimonio scientifico e artistico lasciato all’umanità vi sono straordinarie opere, tra cui capolavori della pittura. Tra i più celebri, universalmente apprezzati vi sono “Il Cenacolo” e la “Monna Lisa”.
Fu il borgo di Vinci, nel 1452, a vederlo nascere. Situato nel nord della Toscana, il paese - Bandiera arancione Tci - sorge sulle pendici del Montalbano, zona collinare ricca di oliveti e vigneti. Qui viene celebrato Leonardo nel Museo leonardiano, ospitato nel Castello dei conti Guidi e nella Palazzina Uzielli, grande collezione di sue invenzioni, modelli e creazioni, nella Biblioteca leonardiana, e nel Museo Ideale Leonardo da Vinci, dov’è possibile approfondirne la conoscenza.
Vinci, il Museo Leonardiano
2 - PIEVE DI CADORE, SULLA RIVA DEL PIAVE LA TERRA DI TIZIANO
Fondata dai Romani, Pieve di Cadore, capitale del Cadore bagnata dal Piave e situata a una quarantina di chilometri da Belluno, Pieve di Cadore fu un importante centro durante la dominazione veneziana che dal 1404 si protrasse fino al 1797. E fu anche il luogo natio di Tiziano Vecellio, maestro vissuto tra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento: accorto imprenditore della sua bottega e della sua straordinaria personale produzione, fu autore d’una pittura che si basava principalmente sull’uso del colore.
Da vedere la Casa-Museo di Tiziano dove sono conservati gli autentici arredi, preziosi documenti sul celebre cittadino e il sigillo conferitogli da Carlo V relativo alla sua nomina a nobile dell’Impero. Da non perdere una visita al bel Palazzo della Magnifica Comunità Cadorina, dove sono conservati importanti reperti preromani.
Tiziano, la Venere di Urbino
3 - BAGHERIA, LA CITTÀ DI GUTTUSO
Conosciuta anche come la “Città delle Ville”, Bagheria è un grosso centro situato sulla costa tirrenica, a una manciata di chilometri da Palermo. Meta estiva dell’aristocrazia palermitana, propone una moltitudine di ville, quasi tutte del XVIII secolo in stile barocco.
La più antica è sicuramente Palazzo Butera-Branciforti, costruita nel 1658, mentre la più famosa è la settecentesca Villa Palagonia, visitata nel 1787 da Johann Wolfgang von Goethe. Poi Villa Valguarnera, Villa Spedalotto, dove vennero girate alcune scene del film “Johnny Stecchino”, e Villa Cattolica che ospita il museo comunale dedicato al pittore Renato Guttuso, dove sono custodite svariate opere dell’artista.
Renato Guttuso fu pittore e anche politico italiano, protagonista della pittura neorealista italiana che si espresse negli artisti del “Fronte Nuovo delle Arti”. Legato all’espressionismo, Guttuso fu anche impegnato a livello sociale, senatore per due legislature. Tra le sue opere “Vucciria”, “Uomo che mangia gli spaghetti”, “Autoritratto” e “Santa Panagia”.
Bagheria, Museo Guttuso
4 - ARCO, IL GARDA E SEGANTINI
Frequentata stazione climatica, Arco è situata a due passi dal lago di Garda, nel Trentino meridionale. Ai piedi del colle che ospita i resti del castello, che segnò profondamente le vicende del paese, è città natale del pittore Giovanni Segantini, vissuto nella seconda metà dell’Ottocento. Tra i massimi esponenti del divisionismo, trascorse l’infanzia nella cittadina. Tra le sue opere “Il coro di Sant’Antonio”, “Traghetto all’Ave Maria”, “Le due madri”, “La propaganda” e “Pascoli di primavera”.
Arco celebra il suo illustre artista con la sua Galleria Civica, percorso espositivo ospitato nel Palazzo Panini, dove scoprire ed apprezzare l’arte di Segantini, dipinti, sculture ed opere su carta. Da non perdere ad Arco una visita alla sua parte storica, dove apprezzabili sono gli esempi d’architettura civile. Monumento religioso di maggior pregio è sicuramente la Collegiata, dall’interno ad una navata con quattro cappelle per lato con pregevoli altari seicenteschi. Svariate le dimore storiche tra cui Palazzo di Piazza, del XVI secolo, Palazzo Nuovo e il seicentesco Palazzo Panni.
Segantini, l'estetica della natura
5 - SAN GIOVANNI VALDARNO TERRA DEL MASACCIO
Situata nella valle dell’Arno, nelle terre dell’aretino, San Giovanni Valdarno presenta la struttura urbanistica del centro storico che richiama l’organizzazione della città romana, dove dalla grande piazza centrale partono due assi viari perpendicolari tra loro.
Luogo di nascita del Masaccio, soprannome di Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai, pittore che fu tra gli iniziatori del Rinascimento a Firenze, è terra d’arte e cultura ma anche di buona tavola e di artigianato. Tra le emergenze architettoniche principali vi sono la basilica di Santa Maria delle Grazie ed il duecentesco Palazzo d’Arnolfo, antico centro del potere. È situata in corso Italia la casa del pittore, nato nel 1401, attualmente sede di mostre e convegni. Tra le sue opere vi sono la “Madonna dell’Umiltà”, “Sant’Andrea”, “San Paolo” e la “Madonna con Bambino”.
San Giovanni Valdarno, Palazzo Arnolfo
6 - PAVAROLO, ISPIRAZIONE PER CASORATI
Tra i più importanti artisti italiani del Novecento, il novarese Felice Casorati visse a Napoli, Verona e, dopo la Grande Guerra, a Torino, dove in breve tempo divenne una delle personalità più importanti della vita artistica subalpina. Amico di Piero Gobetti, dopo gli esordi influenzati dall’Art Nouveau e dalla Secessione Viennese, sintetizzò un’arte nuova e rigorosa, fatta di forme e costruzioni spaziali, che trovarono le loro radici nella pittura quattrocentesca. Amico di Riccardo Gualino, fu per trent’anni legato al borgo collinare di Pavarolo i cui paesaggi sono immortalati in diversi suoi capolavori tra cui “Daphne a Pavarolo”.
Divenutone anche sindaco, Pavarolo segnò una parte importante della sua vita. La casa di via Maestra era la residenza estiva della famiglia e il borgo sua fonte d’ispirazione. Per chi visiti il borgo, il suo studio è una tappa imperdibile, per apprezzarne l’arte e per conoscere meglio la storia.
Pavarolo allo splendido paesaggio della collina torinese unisce un ricco patrimonio architettonico che ha nella parrocchiale settecentesca di Santa Maria dell’Olmo e nell’austero castello che domina l’abitato e la valle le sue principali espressioni. Da non perdere una sosta in uno dei ristoranti della zona per godersi un buon piatto di fritto misto alla piemontese e un bicchiere di freisa, il vino rosso locale.
Pavarolo, l'ingresso allo studio di Casorati
7 - MONCALVO D’ASTI, TERRA ADOTTIVA DI GUGLIELMO CACCIA
Allievo di Sabatini è probabilmente il principale esponente dell’arte della Controriforma in Piemonte. Considerato il Raffaello del Monferrato, Guglielmo Caccia, nato a Montabone nel 1568, è detto il Moncalvo perché nel centro monferrino vi trascorse una parte importante della sua vita. Infaticabile lavoratore profondamente legato al Monferrato ed all’Alessandrino, impreziosì con la sua opera pittorica svariate chiese della zona ma non solo. Tra le opere di Guglielmo Caccia vi sono infatti la “Deposizione della Croce”, custodita nella chiesa di San Gaudenzio a Novara, la “Resurrezione” nella chiesa di San Giorgio a Chieri, la “Crocifissione” nella parrocchiale di Calliano, e la galleria del Palazzo Reale di Torino in collaborazione con Federico Zuccari, per volere di Carlo Emanuele I.
Moncalvo d’Asti, terra di tartufi e della storica sagra del bollito, ma anche di apprezzati vini rossi come il barbera e il grignolino, adagiato in posizione dominante dove la vista spazia verso i colli dell’Alessandrino e verso le risaie, è centro d’arte e cultura e luogo di tesori di Guglielmo Caccia. La chiesa di San Francesco, risalente al XII secolo, è un’autentica galleria di sue opere, mentre nel cuore del centro storico la chiesa seicentesca di Sant’Antonio Abate custodisce invece sue pregevoli tele.
Moncalvo d'Asti, la piazza principale

8 - CASTELFRANCO VENETO, LA CITTADINA DEL GIORGIONE
Passato alla Repubblica Veneta nel XIV secolo, dopo essere stato possesso dapprima dei Trevigiani, poi degli Scaligeri e successivamente dei Da Carrara, Castelfranco Veneto è la cittadina che diede i natali a Giorgione, il grande pittore di scuola veneta del Rinascimento.
Il bel Duomo neoclassico custodisce la celebre Pala di Castelfranco (nella immagine a lato), autentico capolavoro del pittore vissuto tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.
È accanto alla Cattedrale che si trova la Casa del Giorgione, situata in un edificio trecentesco decorato d’affreschi con scene bibliche e paesaggi. Altri interessanti tesori architettonici sono il Teatro Accademico, con la bella facciata in cotto, il seicentesco Palazzo Revedin-Bolasco, con un bel giardino storico all’inglese e, in località Sant’Andrea, Villa Corner Tiepolo Chiminelli, costruzione cinquecentesca decorata con affreschi di Benedetto Caliari e Paolo Veronese.
Le scarse informazioni sulla sua vita rendono difficile l’attribuzione delle sue opere. Attribuibili con assoluta certezza al Giorgione vi sono, tra le altre, “Tre età dell’uomo”, “Prova di Mosè”, “Giudizio di Salomone”, il “Ritratto Giustiniani”, “Ritratto di vecchia” e “Giuditta con la testa di Oloferne”.
9 - CITTÀ DI CASTELLO E ALBERTO BURRI
Situata nella verde Umbria, centro principale dell’alta valle del Tevere, Città di Castello si presenta con la sua struttura architettonica rinascimentale, ed è la terra natia di Alberto Burri, artista e pittore del Novecento. Laureatosi in medicina nel 1940, fu ufficiale medico nel corso della Seconda Guerra Mondiale, nella quale fu fatto prigioniero dagli americani in Tunisia, e recluso nel campo di concentramento texano di Hereford dove iniziò a dipingere.
Al suo ritorno in Italia si trasferì a Roma dove iniziò ad esporre le sue prime opere astratte. Nei primi anni Cinquanta, con le mostre di New York e Chicago, iniziò il successo internazionale. Poi arrivarono i premi, e tante mostre in ogni parte del mondo.
Nel 1981 venne inaugurata la Fondazione Burri a Palazzo Albizzini nella sua Città di Castello, centro che merita di essere visitato per ripercorrere la storia del suo illustre cittadino ma anche per apprezzarne il ricco patrimonio architettonico che il Duomo, dal caratteristico campanile rotondo, il trecentesco Palazzo dei Priori, la Torre Civica e Palazzo Vitelli alla Cannoniera, sede della Pinacoteca, rappresentano solo in parte.     
Una sala del Museo Burri a Città di Castello
10 - SANSEPOLCRO, TERRA Di  PIERO DELLA FRANCESCA
Esponente della seconda generazione dei pittori-umanisti, Piero della Francesca è tra le principali personalità artistiche del Rinascimento italiano. Mosso dalla straordinaria capacità di armonizzare i principali valori spirituali ed intellettuali del suo tempo, la sua produzione artistica fu caratterizzata dalla rigorosa ricerca prospettica, dall’uso della luce e dalla monumentalità delle figure.
Fu Sansepolcro, anticamente Borgo Sansepolcro, a vederne la nascita e la morte. Capoluogo amministrativo della Valtiberina toscana, è centro di storia e cultura. Tantissime sono le sue chiese, in gran parte legate a conventi, confraternite e monasteri. Suo cuore religioso è sicuramente la basilica concattedrale di San Giovanni Evangelista, alla quale si uniscono la fortezza, chiese, oratori e musei, tra cui quello Civico che custodisce, tra le tante opere di svariati artisti, l’affresco su muro “Resurrezione”, “San Giuliano” e “San Ludovico” di Piero della Francesca. Tra le sue tante opere, custodite nei principali musei del mondo, vi sono “Battesimo di Cristo”, “Natività” e “Flagellazione di Cristo”.
Una luminosa veduta di Sansepolcro