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IN CAMPER IN BRETAGNA
Un'enorme prua protesa nell’oceano. Coste frastagliate, falesie battute dal vento, aride o macchiate di erica e ginestre, alternate a litorali sabbiosi invasi da ampie maree.
Sono le maree a scandire le giornate dei bretoni. Le ore del loro arrivo e la loro durata sono segnate ovunque.
In Bretagna si viene per l’atmosfera magica, per vivere un territorio dalle tradizioni saldissime e da un’antica lingua difficile da interpretare e quasi impossibile da pronunciare, e soprattutto per una natura potente e ispiratrice che invita al ritorno.
Potendo scegliere il percorso più indicato per avventurarsi nella penisola bretone è partire da le Mont-St-Michel a nord-est, costeggiare la penisola dirigendosi verso sud.
Questo è un viaggio che nasconde un luogo avvolto da millenni nel mistero. Lo troveremo alla fine dell’itinerario, seguiteci…
I dolmen di Carnac
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LA COSTA DI SMERALDO
Tra Normandia e Bretagna si alza ogni giorno il sipario su uno spettacolo che ha infinite repliche. Al centro c’è la Merveille, un complesso di granito costruito verosimilmente tra il 1203 e il 1228. A muovere la scena ci pensano le maree, che ogni 6 ore svuotano e riempiono di mare il palcoscenico. Un luogo perfetto per una notte magica, in attesa dell’incedere degli eventi e di un alba difficile da archiviare in un cassetto.Tante le persone e i mezzi che accedono ai parcheggi, ma niente ansia, l’effetto marea di riflette anche sugli spettatori che svaniscono ritornano giorno dopo giorno.
La "Merveille" del Mont St Michel
DA ST. MALO A FORT LA LATTE
Eriche e pinete, scorci su mare e falesie. La Bretagna inizia a mostrarsi in tutta la sua bellezza. Da St-Malo, con la cinta di mura che cinge i vivaci quartieri, rinati dopo i bombardamenti dell’agosto del ’44, si guida verso Dinan e poi verso le baie di St-Jacut-de-la-Mer e St Cast-le-Guildo.
Le immagini scorrono dai finestrini del camper come in un film a dominanti grigie e blu, tagliate dal bianco dei gabbiani e dai colori pastello delle barche sbrecciate da vento e salsedine. Ad attirare lo sguardo è il faro che gira senza soluzione di continuità mentre si lascia il camper nell’ampio parcheggio.
La notte tra vento e giochi di luce è fiabesca e il mattino se il tempo lo consente l’opportunità è di osservare le traiettorie di gabbiani, cormorani e procellarieIl Fort la Latte è stato voluto per proteggere la costa dai pirati normanni e tutt’intorno si stendono tappeti di erica, ginestre spinose e trifogli. Da qui si possono (devono?) raggiungere in pochi chilometri lungo la strada le spiagge nascoste e deserte di Erquy e di Sables-d’Or-les-Pins, fra le più belle della costa bretone.
Il frangiflutti di St Malo
IL FINISTÈRE, FINO ALL’ISOLA DI OUESSANT
Attraversando la campagna tra Lannion e Locronan, costeggiando il Parc Naturel Régional dell’Armorique si scoprono ricchezze ambientali, artistiche e folcloristiche fuori dal comune. A segnare il tragitto sono infatti “i calvari”, tipiche espressioni dell’arte religiosa bretone: si tratta di monumenti composti da alte croci e una folla di piccole statue scolpite nel granito che rappresentano i personaggi della passione di Cristo.
Dal piccolo porto di Morlaix, dalle case in ardesia e legno e un vivace centro storico, si parte per il circuito dei calvari bretoni, segnato da appositi cartelli. Ora si punta verso Brest, godendo dei paesaggi del Parco d’Armorique e dei Monti d’Arrée, tra paesaggi verdi, creste rocciose con una popolazione variegata di lontre, castori e salmoni.
Ed ecco la penisola di Crozon, una parte del parco che con le sue isole costituisce una delle principali riserve marine del mondo, con circa 300 specie di uccelli marini e colonie di foche e delfini.
Brest è un porto militare e industriale. Due le opportunità per avvicinarsi alla natura. La prima è una rilassante passeggiata sui bastioni con una bella vista sulla rada e sul porto. Da Brest si può programmare una escursione in battello all’isola di Ouessant, cuore della cultura bretone.
La macchia di erbe e fiori a Ouessant
LA CORNOVAGLIA BRETONE FINO A QUIMPER
Siamo in quella parte di Finistère dove sopravvivono più forti (nei costumi, nella lingua e nelle feste popolari) le antiche tradizioni legate alla cultura celtica. Non è un caso che la zona si chiami Cornovaglia, come la non lontana regione inglese.
Ci si può mettere al volante a Douarnenez, per seguire la strada che attraversa la penisola di Cornovaglia. Molte le deviazioni possibili per raggiungere promontori e punti panoramici, tranquilli e decisamente suggestivi.
Cap Sizun è una riserva ornitologica con una rete di sentieri attrezzati e segnalati. E proseguendo oltre, ancora più spettacolare è la Pointe du Van, forse il luogo più affascinante della penisola, con spazi sconfinati, aspre scogliere e immensi tappeti di fiori.
E dopo tanta natura ecco la storia e le bellezze architettoniche che sfoggia con discrezione Quimper, posta in fondo al lungo e stretto estuario dell’Odet. Il centro storico è ben conservato e valorizzato, e tra le tipiche case a graticcio si slancia la cattedrale gotica di St. Corentin, che risale al XIII secolo.
Il porto di Doelan 
I MENHIR DEL MORBIHAN
Le sensazioni di stare in un posto unico non finiscono. Anzi. Proprio nella zona di Carnac ecco svelarsi il luogo misterioso anticipato nelle prime righe. Ménec, Kermario, Kerlescan, Locmariaquer e Kerzerho. Se avete con voi una bicicletta è il momento di appoggiarla sull’asfalto, perché di sicuro è il mezzo ideale per addentrarsi in un viaggio nel tempo che riporta alle origini della civiltà.
Appoggiati tra prati e rocce ecco sfilare allineati enormi monumenti di pietra. Monumenti che risalgono alla preistoria che gli archeologi datano tra il 5000 e il 2000 prima di Cristo. Sono menhir e dolmen, impassibili per secoli alle frustate del vento e della pioggia, imperturbabili di fronte a qualsiasi intervento dell’uomo.
Scolpiti sulla pietra simboli che rimandano forse a calendari preistorici, e la loro conformazione sul terreno fa avanzare ipotesi suggestive di primordiali luoghi legati a cerimonie arcaiche, forse legate al culto della fertilità.
Da qui fino a l’imbarco nella cittadina di Quiberon, si chiude questo strepitoso itinerario, prima con le spiagge candide della penisola delle Sables Blaches, e poi percorrendo la Cote Sauvage, su una strada dove è vietato sostare, come nuotare o pescare. Le onde sono troppo violente. Ma la scenografia di falesie, archi, faraglioni e oceano sarà difficile da dimenticare.
I Menhir nell'area di Carnac
LE AREE DI SOSTA
SUL WEB
Sito web ufficiale: www.bretagna-vacanze.com.
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