Istituito nel 1955 dalla Soprintendenza archeologica della Lombardia, ha una superficie di 30 ettari ed è il più importante della Valcamonica. Nella sua area sono più di cento i massi incisi che tramandano la vita e l’immagine del mondo dei camuni, dal Neolitico all’epoca paleocristiana. L’itinerario di visita (agevolato da pannelli lungo il percorso) si snoda in un bel paesaggio passando in rassegna le incisioni più interessanti. La più cospicua è la roccia grande, o N. 1, con oltre mille incisioni dal Neolitico all’età del Ferro che illustrano scene di caccia al cervo, lotta, tessitura. La roccia 47 lascia intravedere anche un carro a ruote trainato da animali; la roccia 50, dell’età del Ferro, riporta una scena di culto solare e la singolare figura del costruttore di carri. La roccia 35 è notevole per i duelli tra uomini armati e un corridore con copricapo piumato; la roccia 32 descrive un rito d’iniziazione femminile e risale all’età del Rame.