Tra le più importanti istituzioni religiose e culturali del Piemonte medievale, fu fondata nel 726 da Abbone, governatore di Susa, come luogo di accoglienza per i viaggiatori che percorrevano la strada del Moncenisio, e si avvantaggiò dei generosi benefici concessi da Carlo Magno prima e da Ludovico il Pio poi. Affidata ai monaci benedettini, raggiunse il suo massimo splendore all'epoca di S. Eldrado (abate dall'822 all'840 circa). Nel 906 subì la razzia dai saraceni: i monaci si rifugiarono a Torino e parte della preziosa biblioteca di manoscritti andò dispersa. Risorta senza eguagliare l'antico splendore, l'abbazia fu soppressa nel periodo napoleonico e tornò ai monaci nel 1816, per estinguersi nel 1855. Trasformata in stabilimento idroterapico, passò poi al collegio Umberto I di Torino, di cui divenne residenza estiva; dal 1971 è nuovamente occupata da monaci e oblati benedettini, che gestiscono un centro di restauro dei libri antichi. Il complesso architettonico è ora costituito dalla chiesa abbaziale con relativo campanile e chiostro - frutto delle ricostruzioni settecentesche e di successivi restauri (nella chiesa si sono rinvenuti affreschi del '400) - e da quattro cappelle isolate, tra le quali spicca quella dei Ss. Eldrado e Nicola; l'interno è completamente ricoperto da un complesso ciclo iconografico di affreschi della fine dell'XI secolo: sulla controfacciata Giudizio universale; sulla volta e sulle pareti storie della vita di S. Eldrado e di S. Nicola; nel catino absidale Cristo Pantocratore tra gli arcangeli Michele e Gabriele con i Ss. Nicola e Eldrado e l'abate Adraldo di Breme.