Possente roccaforte matildica, forse la meglio conservata ai giorni nostri, si erge su una rupe vulcanica rossiccia di diabasi che le dà il nome, in posizione panoramica sulla valle dell’Enza e l’alta pianura. Probabilmente eretto attorno all’anno 950, il “castellum de Rosena” ebbe funzioni sia di controllo della valle dell’Enza sia di prima protezione del più importante castello di Canossa, posto 3 km più a est. A differenza di altri castelli che nel tempo si sono trasformati in residenze signorili, ha conservato l’impianto originario di presidio militare. Nel XI secolo apparteneva a Bonifacio di Canossa e nel XIII secolo venne incamerato dai Da Correggio che lo tennero fino al 1612, quando passò al Ducato di Parma. È stato ristrutturato in occasione del Giubileo 2000 dalla Diocesi reggiana; è atteso un nuovo cambio di proprietà, che potrebbe modificarne fruizione e condizioni di visita. Il castello si sviluppa su più livelli: i più significativi sono la quota della sala d’armi, dove sono anche le prigioni, il refettorio e la cisterna, collegati tra loro da percorsi irregolari di scalini in pietra e laterizio; la piazza d’Armi, comprendente il nucleo originario del sistema difensivo e l’accesso al mastio attraverso un portale risalente al XIX secolo costruito in laterizio. In numerose sale sono state rinvenute decorazioni su intonaco risalenti alla seconda metà del 1700. Di grande interesse è il sottostante borgo castellano di Rossena, che conserva l’assetto urbanistico originario, focalizzato lungo l’unica strada d’accesso, oggi itinerario escursionistico da Vico di Ciano. Ai piedi del castello si trova un’importante scuola di scultura della pietra arenaria, che tramanda, anche in chiave moderna, gli antichi stilemi romanici di ispirazione canusina e antelamica. Dirimpetto a Rossena, sorge isolata la quadrangolare torre di Rossenella, su un picco roccioso che domina l’Oasi di Campotrera.