Costituito nel 1938 con l’acquisto della raccolta di Efisio Pischedda e dedicato all’illustre studioso oristanese Giuseppe Pau, dal 1992 il museo è allestito nell’ottocentesco palazzo Parpaglia, in piazza Corrias; lo si raggiunge per l’antica via Parpaglia, dal tracciato irregolare (all’inizio, a sinistra, un interessante esempio di edilizia civile del ’500: la cosiddetta casa di Eleonora d’Arborèa). La collezione espone corredi funebri di età punica e romana provenienti soprattutto da Tharros e materiali vari di età neolitica e nuragica, dagli utensili di ossidiana ai vasi votivi ai bronzi, dalle zone lacustri circostanti. Due grandi plastici ricostruiscono l’assetto urbanistico, rispettivamente di Tharros nel IV secolo d.C. e dell’Oristano trecentesca, secolo del massimo splendore dell’epoca giudicale. A testimonianza della successiva ricca stagione culturale catalana, una sala è dedicata a tre preziosi retabli: quello di S. Martino (XV secolo, recentemente restaurato, felice espressione del gotico internazionale), quello del Santo Cristo (1533) e quello della Madonna dei Consiglieri (1565). Dal 2009 è fruibile per i non vedenti e gli ipovedenti un percorso museale tattile che riproduce manufatti del patrimonio archeologico, storico e artistico del territorio oristanese. Realizzati in materiali diversi (ceramica, cera, gesso, legno, marmo), sono adatti alla manipolazione. Il percorso tattile è assai apprezzato anche dall’utenza scolastica.