Eccentrico esempio di architettura eclettica, concepito già come museo da Ascanio Ferrari, che lo progettò nei primi decenni del secolo XX in forme composite francesi e spagnole fra gotico e rinascimento (espresse già nel portale moresco originale proveniente dal palazzo Morel di Valencia), si trova all’imbocco di via Cairoli (al civico 2), nell’angolo sud-occidentale di piazza della Vittoria. La galleria presenta la collezione costituita in Francia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, dal pittore collezionista asturiano Ignacio Leòn y Escosura, dal pittore Cesare Detti (1848-1919) e dallo stesso Parmeggiani. Questi la trasferì in Italia nel 1924, sotto il falso nome di Louis Marcy, da cui il marchio di una diffusa e apprezzata produzione di opere in stile, singolare esempio di gusto collezionistico che trae, dall’ambiguo accostamento di oggetti originali e falsi di qualità, caratteri di notevole fascino. Le raccolte di armi e oreficerie sono per la maggior parte dei falsi ottocenteschi in stile medievale e rinascimentale; di matrice autentica, e di notevole importanza, sono la collezione di costumi e tessuti (XVII-XIX secolo) e la collezione di dipinti. Nell’atrio sono raccolti marmi, terrecotte e capitelli in pietra; seguono la sala dei Gioielli e la sala delle Armi, con nucleo prevalente di produzione ottocentesca Marcy; tra i dipinti del salone centrale si segnala “Il Salvatore benedicente” di Domìnikos Theotokòpulos, più celebre come El Greco, opere di Filippo Tarchiani, Gianbettino Cignaroli, Andrea Celesti e, al centro, un interessante trittico della scuola di Bruges degli inizi del XVI secolo. Seguono la sala Detti, con dipinti e autoritratti di famiglia in travestimenti storici, e le sale Escosura, con dipinti di soggetto storico; le sale fiamminga, inglese e francese; la sala spagnola che espone la più completa raccolta di arte spagnola in Italia; la sala dei costumi e la sala dei velluti, con abiti e accessori di abbigliamento dei secoli XVIII-XIX.