Dal campo S. Maria Formosa, per ruga Giuffa e ramo Grimani si giunge all’ampio, monumentale cortile di palazzo Grimani, finito di costruire nel 1569 per l’insigne famiglia cui si ascrivono dogi e cardinali. Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia, inesausto collezionista con predilezione per l’antico, vi aveva radunato una celebre raccolta di arte e di archeologia (dipinti, marmi, bronzi, gemme, cammei), iniziata dallo zio cardinale Domenico e costituita dai ritrovamenti nelle terre di famiglia, a Roma, Aquileia, Torcello, Adria. Nel 1587 la lasciò per testamento alla Repubblica; la collezione greco-romana, confluì nello Statuario pubblico (primo nucleo del Museo Archeologico); il resto finì disperso nel corso dell’800. Acquisito dallo Stato nel 1981, oggetto di una lunghissima opera di restauro filologico, il palazzo offre oggi la sorpresa, al piano nobile, di un seguito di sale splendidamente decorate al di fuori di ogni tradizione veneziana, nel gusto classicista, raffaellesco e romano, cui la famiglia era portata per residenza e rapporti. Costituito in museo, ospita attualmente esposizioni temporanee.