La chiesa dà su un campo solitario con la sua semplice facciata, arricchita da un raffinato portale rinascimentale disegnato e scolpito da Pietro Lombardo. Fu infatti questo scultore e architetto ticinese, assieme al figlio Tullio, a portare a compimento la ricostruzione dell’edificio, iniziata in forme gotiche nel 1450. Aria di rinascimento si respira anche all’interno, in particolare nella 2ª cappella sinistra, eretta per i Martini, mercanti di seta giunti da Lucca nel ’300: l’arte toscana domina nella pala d’altare di Antonio Rossellino e nello splendido soffitto rivestito in terracotta invetriata policroma, unico esempio dei modi dei Della Robbia a Venezia. Capolavoro lombardesco, nel pavimento presso il presbiterio, è la pietra tombale del doge Cristoforo Moro e della moglie Cristina Sanudo. Per questa chiesa Giovanni Bellini dipinse la pala di S. Giobbe, ora nelle Gallerie dell’Accademia.