È uno dei più importanti complessi religiosi gotici della città. La chiesa venne fondata dagli eremitani agostiniani a fine Duecento e compiuta nelle forme eleganti del gotico quattrocentesco: superbo il portale, opera forse di Bartolomeo Bon (1442), che spicca nella facciata di mattoni a vista. Nel vasto interno, a tre navate, colpisce il raro e bellissimo soffitto ligneo a carena di nave, mentre le pareti sono decorate con motivi a losanghe ripresi dal Palazzo Ducale. Tra i vari monumenti funebri, notevole il rinascimentale monumento di Giacomo Surian, sulla controfacciata. Il presbiterio, sopraelevato sull’antica cripta, termina in una grande abside poligonale del primo Quattrocento; maestoso l’altare maggiore con ciborio.<br>Allestito nel bell’ambiente cinquecentesco della sagrestia, il Museo contiene tre grandi tele del Tintoretto – Ultima cena, Lavanda dei piedi, Orazione nell’orto – e un Crocifisso (1348) su tavola di Paolo Veneziano; un piccolo chiostro attiguo ospita sculture provenienti dalla chiesa (opere di Pietro e Tullio Lombardo e stele funeraria di Giovanni Falier, di Canova). I due chiostri del monastero, uno attribuito ad Antonio Scarpagnino e l’altro trecentesco, non sono visitabili, mentre è ben visibile, specie dal vicino campo S. Angelo, l’alto e inclinato campanile (secoli XV-XVI), uno dei riferimenti nello skyline di Venezia.