Il foro, di cui la colonna è la testimonianza più rilevante quanto a grandiosità e livello artistico (già celebrato dagli antichi), fu costruito dal 107 su progetto di Apollodoro di Damasco e ultimato sotto Adriano; la sua apertura richiese, anche per le dimensioni (c. m 300x190), ingenti lavori, tra i quali il taglio di quasi 200 m della sella che univa il Quirinale al Campidoglio. Al foro, che si articolava in settori distribuiti su ripiani leggermente digradanti verso sud, si accedeva tramite l'arco trionfale di Traiano, posto a ridosso del foro di Augusto, che introduceva a una piazza (c. m 116x95) delimitata su tre lati da portici - i laterali aperti sul fondo in grandi emicicli - e ornata al centro dalla statua dell'imperatore; lo slargo è per la maggior parte coperto da via dei Fori Imperiali e dai giardini. Le strutture visibili. Le colonne che si ergono al centro dell'area scavata appartengono al fianco della «basilica Ulpia», la più grande (m 170x60) e sontuosa mai eretta a Roma, che è stata rimessa in luce solo nella parte centrale: dal prospetto sulla piazza, tre ingressi davano accesso all'interno, diviso trasversalmente in cinque navate da un quadruplice colonnato; della straordinaria ricchezza dell'edificio rimangono tracce del pavimento.Dalla basilica, due passaggi conducevano a un cortile porticato (m 24x16) ornato al centro dalla colonna e fiancheggiato dalla Biblioteca Greca e dalla Biblioteca Romana. Alle spalle della colonna (nell'area oggi occupata dalle chiese e da palazzo Valentini), circondato da un portico, chiudeva il monumentale complesso il tempio di Traiano, terminato da Adriano; uniche testimonianze delle sue eccezionali dimensioni sono, appoggiate accanto alla Colonna Traiana, una colonna monolitica di granito (diametro m 1.8) e un capitello di marmo bianco alto c. m 2.Al di là di via Alessandrina, che a nord-est scioglie la continuità tra il foro di Traiano e i vicini mercati, sono i resti del portico orientale del summenzionato foro, elevato su tre gradini, con tracce di pavimento di marmi policromi: era cinto da un muro di peperino e travertino con fronte esterna a bugnato ed era concluso da un'abside di cui resta una colonna di granito a destra del nicchione.