La tradizione vuole che in questo luogo sia stato sepolto nel 175 d.C. il martire spoletino Ponziano, patrono della città, rappresentato nello stemma a cavallo con lo scudo crociato (in una nicchia dell'arco di ingresso al monastero). L'area divenne «sacratissimum» cimitero cristiano per volontà di santa Sincleta e di monaci siriaci, e successivamente monastero di monache benedettine (XI secolo) e di Clarisse (XVI secolo). L'elegante portale ha stipiti sostenuti da due leoni poggianti su urne romane e al di sopra un bel rosone mutilo, circondato da simboli degli Evangelisti.<br>L'interno, integralmente rinnovato nel 1788 su disegno di Giuseppe Valadier, conserva in un vano un sarcofago del cimitero paleocristiano e nella cripta altri tre sarcofagi sempre dell'antico cimitero e pitture votive dei secoli XIV e XV, tra cui un angelo e due oranti del Maestro di Fossa.