Il grandioso giardino si estende per 45mila metri quadrati sulla collina di Bòboli, tra il forte di Belvedere e la porta Romana. Il suo verde avvolge palazzo Pitti sui fianchi e sul retro, completando lo splendido isolamento del palazzo, garantito in facciata dalla piazza.<br>Bòboli fu voluto dai Medici e impostato da Niccolò Tribolo a partire dal 1550, imponendosi come ottimo esempio tipologico del giardino all’italiana. La trama variegata delle essenze vegetali – non spontanea, ma ordinata razionalmente e scandita da siepi, viali e sentieri – è abbellita e ‘tradotta’ in una specie di museo all’aperto, con sculture, gustosi episodi architettonici, grotte con giochi d’acqua e complesse scenografie.<br>L’accesso principale al giardino è dal cortile dell’Ammannati (altri ingressi sono da via Romana e dal forte di Belvedere). Dal cortile si sale alla spianata superiore, con il grande anfiteatro formato da gradinate con edicole e statue; al centro, un obelisco egizio del 1500 avanti Cristo e una vasca in granito; verso il retro del palazzo, la seicentesca fontana del Carciofo, di Francesco Susini.<br>A sinistra, un grande viale porta alla fontanina detta del Bacchino (oggi sostituita da una copia), creata da Valerio Cioli nel 1560. Proseguendo, si arriva alla grotta detta del Buontalenti (1583-1588), di fantasia tipicamente manieristica, con decorazioni a finte stalattiti e spugne. I suoi tre ambienti interni sono ispirati al tema della metamorfosi della materia, dal caos fino all’armonia delle creature: nel secondo si trova un gruppo marmoreo (di Vincenzo de’ Rossi, 1560) che rappresenta Paride ed Elena; nel terzo, una squisita fontana del Giambologna (1570 circa).<br>Dalla spianata superiore si possono salire le rampe al termine dell’anfiteatro.<br>Il secondo ripiano è dominato dal vivaio di Nettuno, o fontana del Forcone, un ampio bacino sul cui scoglio centrale si trova una statua in bronzo di Nettuno (1565-1568). Sull’ultimo ripiano spicca la colossale statua dell’Abbondanza (1608), iniziata dal Giambologna. A destra si raggiunge la scala che sale alla settecentesca palazzina nota come casino del Cavaliere, dove è ospitato il Museo delle Porcellane.<br>Vicino al passaggio verso il forte di Belvedere – che permette di proseguire l’affascinante passeggiata – si trova il Kaffeehaus (attualmente chiuso), un padiglione circolare sormontato da cupola; lo fece costruire tra 1774 e 1785 il granduca Pietro Leopoldo di Lorena, su progetto di Zanobi Del Rosso.<br>Al lato opposto, una gradinata scende invece verso il prato dell’Uccellare, circondato da lecci e cipressi. Di qui il Viottolone – un lungo viale di cipressi secolari fiancheggiato da statue sei-settecentesche – raggiunge il grandioso piazzale dell’Isolotto, complesso tardo-manieristico iniziato nel 1618 da Giulio e Alfonso Parigi. Il piazzale è circondato da alte siepi con statue, ed è occupato da un bacino circolare che ha al centro un’isola; dall’acqua emergono le statue di Perseo e di Andromeda (1637), di scuola del Giambologna; sull’isola si trova una copia della fontana dell’Oceano, opera del Giambologna (l’originale è al Museo del Bargello).<br>Dopo il prato delle Colonne si arriva al rondò di fondo, da dove si può uscire sul piazzale di porta Romana.<br>Al termine del viale della Meridiana, in salita, oltre la Limonaia, si apre il piazzale con la palazzina della Meridiana, sede della Galleria del Costume.