Inaugurato nel 2001, il Mam si sviluppa per circa 2 km lungo via Jervis e le aree adiacenti, dove sorgono gli edifici più rappresentativi della storia industriale della Olivetti. Li collega un percorso punteggiato da stazioni tematiche informative che illustrano, collocandole nel contesto storico e culturale, le vicende che hanno legato il progetto imprenditoriale Olivetti all'architettura, all'urbanistica, al disegno industriale e alla grafica pubblicitaria. Un centro di informazione e di accoglienza offre inoltre ulteriori approfondimenti sulle tematiche presentate nel corso della visita. Lungo l'asse dl via Jervis, dalla metà degli anni Trenta e per i successivi quarant'anni, l'idea fondante di Adriano Olivetti di concepire la fabbrica, il luogo della produzione, in modo integrato con la comunità sociale e con il suo territorio, ha dato vita ad alcuni dei più interessanti esempi di architettura industriale, di servizio e residenziale del '900. Il lato meridionale di via Jervis è definito dalle officine Ico (1939-62), progetto seguito per tutta la lunga fase di realizzazione dagli stessi architetti, Luigi Figini e Gino Pollini. Dietro le officine Ico sorgono il centro studi (Eduardo Vittoria, 1955) e la mensa e circolo ricreativo (Ignazio Gardella, 1961). Sul lato opposto di via Jervis, si affaccia il complesso dei servizi sociali (ancora di Figini e Pollini,1959), ora sede del centro d'informazione del museo; alle spalle, sempre degli stessi architetti, sono l'asilo nido (1942) e le case popolari di borgo Olivetti (1941). Proseguendo per via Jervis, sulla destra sorge l'unità residenziale ovest, progettata nel 1971 da Roberto Gabetti e Aimaro Isola: è un edificio a pianta semicircolare di due piani, che sfrutta i dislivelli della collina e con essa quasi si mimetizza. Lo affianca il quartiere Castellamonte, pianificazione urbanistica realizzata dal 1942 al 1956 con la collaborazione di diversi architetti, sotto la diretta supervisione dello stesso Adriano Olivetti: spiccano tra gli altri le case per impiegati con famiglie numerose (Figini e Pollini, 1942-43), le villette unifamiliari per dirigenti (Marcello Nizzoli e Gian Mario Oliveri, 1948). Tra il 1960 e il 1964 Gian Antonio Bernasconi, Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli progettano e realizzano il palazzo uffici, con tre corpi gemelli incernierati a 120°, a cui si affianca nel 1988 il palazzo uffici 2, di Gino Valle.