Un buon indirizzo ricavato all'interno delle cantine di un antico palazzo e che si distingue anche sotto il punto di vista dell'etica. Il ristorante, infatti, per volere dello chef e patron Antonio, fa parte ormai da qualche anno di un bel progetto il cui intento è quello di inserire nell'ambito della ristorazione e dell'ospitalità ragazzi con la sindrome di Down. La cucina è buona e piemontese, tra i piatti citiamo la bagna caôda, i tagliolini al burro e tartufo bianco, il filetto di Fassona, il gran bollito misto e la guancia di cavallo brasata al Barbera