Strettamente legato al complesso conventuale di S. Domenico, il museo raccoglie opere di età barocca. Sono circa 200 i pezzi esposti, alcuni dei quali recuperati, grazie a una meticolosa operazione di restauro, dalla frantumazione causata dal sisma del 1783. L'esposizione si articola in tre sezioni: la prima comprende alcune parti dell'altare maggiore del Seicento, opera di Martino Longhi, con sculture di Matteo Boselli. La seconda ospita i frammenti della decorazione marmorea della navata, opera di Giuseppe Scaglia, ispirata alla decorazione della basilica di S. Pietro. La terza è dedicata al gruppo di frammenti provenienti dall'altare maggiore settecentesco (il primo complesso è del 1640, completato nel 1757); inoltre sono esposti alcuni busti decorativi di grande rilievo storico e artistico, fra i quali spicca il S. Domenico, di Giuliano Finelli, l'opera più prestigiosa dell'intera museo, poiché l'artista appartenne alla “scuola” di Bernini. Un'ulteriore menzione meritano la Madonna degli Angeli, attribuita a Giuseppe Scaglia e ritrovata in un'edicola votiva, nonché un Angiolone, di cui è autore lo scultore Antonio Corradini. La mostra comprende infine opere di Cosimo Fanzago, Matteo Bottigliero, Francesco Pagano e Francois Dusqunois.