In una frazione orientale di Albinèa, in posizione elevata sulla direttrice per Scandiano, si apprezzano ancora i resti del castello e nella chiesetta di S. Giovanni, arroccati sulla rupe gessosa. Da qui un sentiero accede alla tana della Mussina, cavità naturale e importante stazione dell’Eneolitico emiliano i cui resti, di 18 individui, abbondanti manufatti ceramici e litici, sono conservati presso i Musei Civici di Reggio Emilia. Scoperta nel 1871, quest’area è il cuore della vena del gesso messiniano: si presenta con numerosi affioramenti, dal monte del Gesso a Vezzano fino alla località di Ventoso di Scandiano, e costituisce un insieme di fratture che formano un paesaggio di tipo carsico, con conche, doline e grotte. L’acqua e l’elevata solubilità della roccia gessosa sono all’origine della particolarità geologica della zona. Il complesso maggiore è costituito dall’inghiottitoio di Cà Speranza-Dolina delle Budrie-Tana della Mussina di Borzano. Mentre i primi due ambienti sono liberamente fruibili dal visitatore, le cavità sotterranee sono visitabili solo con guida esperta ed è necessario contattare il gruppo speleologico di Reggio Emilia.