Abitata fin dai tempi più remoti, la sicula Agyrion ebbe notevole importanza per la sua posizione. Secondo le notizie tramandateci da Diodoro, la città fu fiorente fin dal XII secolo a.C. Sotto il dominio di Roma si avviò verso la decadenza, cui segui una seconda rinascita legata al cristianesimo e poi al ruolo centrale ricoperto sotto arabi e normanni. Decisamente interessante è il tessuto urbano, tuttora abbastanza ben conservato, di evidente matrice islamica, con vicoli e cortili che raggiungono la parte più interna degli isolati. Tra le numerose chiese risaltano quelle di origine normanna. La prima che si incontra entrando in città da ovest è la chiesa di S. Filippo, ricostruita agli inizi del '300 (sulla precedente del XII sec.); il prospetto è del primo '900 e nasconde un interno decorato in stile impero ricco di opere d'arte, tra cui un Crocifisso ligneo di fra Umile da Petralia, un bel coro ligneo intagliato (Nicola Bagnasco, 1818-22) e un trittico quattrocentesco. Salendo oltre il centro dell'abitato si giunge alla chiesa di S. Salvatore, sempre del periodo normanno; nell'interno, una tavola del '400 (S. Filippo) e un pregevole portale aragonese. Infine, poco sotto la sommità del colle, è la chiesa di S. Maria Maggiore, dove sono custodite una statua lignea del Cristo del'500 e una Croce del '400 dipinta su entrambe le facce.