Risalendo il torrente Meduna, si supera la stretta di Racli, dove nel 1951 una diga ha formato il lago di Redona, o di Tramonti: è il primo dei tre grandi laghi artificiali della val Tramontina; gli altri due, riempiti nel 1964, sono quelli di Cà Selva e di Cà Zul. <br>Povera di risorse economiche, spesso provata da calamità naturali (su tutti, i terremoti), la valle ha visto molti dei suoi abitanti emigrare. I tramontini, comunque, hanno mantenuto una caratteristica singolare: sono organizzati in 150 comunità, cosa che testimonia la preferenza per gli insediamenti sparsi, piuttosto che per il concentrarsi in borghi: i più caratteristici sono quelli di Palcoda e di S. Vincenzo, nel canal di Cuna.<br>A Tramonti di Sotto, in riva sinistra, sorge una bella chiesa quattrocentesca, S. Maria Maggiore, l’antica pieve della valle. A Tramonti di Sopra, in riva destra, è invece seicentesca la chiesa di S. Floriano.<br>Risalendo la val Tramontina si giunge a Campone, dove sono architetture rurali e un mulino ancora funzionante, e a Pradis, che si ricorda per le Grotte verdi (attrezzate per le visite del pubblico), l’orrido del torrente Cosa e anche per l’unico cimitero di guerra che nella provincia di Pordenone accomuna soldati italiani, austriaci e tedeschi caduti durante i combattimenti del novembre 1917. Si prosegue quindi per Clauzetto, che nelle giornate limpide può regalare una veduta panoramica su tutta la pianura, fino alla costa. <br>Nei pressi di Vito d’Asio (m 320), già nella valle dell’Arzino, si segnala l’antica pieve di S. Michele d’Asio, con un altare di Giovanni Antonio Pilacorte (1515-28).