La strada che percorre la valle del Natisone verso Pulfero e quindi l’alto Isonzo è fin dall’antichità un’importante direttrice di collegamento tra le regioni friulana e carnico-carinziana.
Di qui passarono molte spedizioni militari, da e verso il Friuli: le legioni romane dirette al Norico e alla Pannonia; i longobardi che scendevano in Italia; gli eserciti di Napoleone; le truppe italiane della rotta di Caporetto e quelle austriache che le incalzavano. E in memoria di quest'ultimo tragico evento proprio nella vicina Caporetto/Kobarid, già in territorio sloveno, sorgono il Museo storico della prima Guerra mondiale e il Sacrario militare, che dà riposo a migliaia di caduti.
Diverse sono le chiese votive sparse nel territorio comunale di Pulfero. La chiesa di S. Giacomo a Biacis, perfettamente inserita nell’ambiente rurale, è considerata una delle più belle del Friuli. Nel portico è stata collocata la cosiddetta pietra di Biacis, unico esempio rimasto delle pietre che in epoca medievale servivano come tavole attorno a cui si radunavano le vicinie, assemblee dei capifamiglia.
Probabilmente cinquecentesca è la chiesa di S. Leonardo Abate a Osjak di Rodda, con altare ligneo dorato e dipinto di fine Seicento.
La chiesa di S. Donato a Lasiz è invece di origine romanica e conserva resti di un ciclo di affreschi del XVI-XVII secolo.
Da Pulfero una strada sale anche alla località di Mersino Alto, dalla quale si parte per un’escursione verso la cima del monte Mataiùr (m 1641), attraverso boschi, conche prative, malghe (ore 2,30 ca. di cammino): da lassù si gode un magnifico panorama su tutte le Prealpi e Alpi Giulie.