Si estende per oltre 6800 ettari tra la valle dell'Adige e il crinale che digrada verso la trentina val di Fiemme, e ha la sua porta d'accesso a Tròdena. A prima vista è il meno spettacolare dei parchi altoatesini: mancano le alte vette, i ghiacciai, i torrenti impetuosi, i vasti laghi. I grandi dislivelli dal fondovalle dell'Adige alle vetta del monte Corno, la combinazione di climi submediterranei e alpini nonché la differente composizione geologica dei terreni comportano, tuttavia, una straordinaria biodiversità: in questo paradiso naturale convivono così zone umide, torbiere e prati fioriti ornati da larici, mentre cicale e ramarri, tassi e scoiattoli, caprioli, galli cedroni, picchi, rapaci notturni si spartiscono gli habitat. Il territorio del parco si articola in effetti in due aree geomorfologicamente distinte: sul versante che fiancheggia la val d'Adige si trovano rocce di dolomia (calcare sedimentario), a est il porfido (pietra vulcanica quarzifera rosso-bruna). Spiccano, tra le altre particolarità, i prati alberati a larice lungo la dorsale porfirica fra Tròdena e Anterivo, che ospitano soldanelle, crochi e rare orchidee. Un bosco subalpino di abete rosso con qualche sporadico pino cembro copre l'aspra zona attorno al monte Corno, mentre preziosi gioielli naturalistici sono le torbiere del lago Bianco (m 1643), del lago Nero e della Palù Longa (m 1450).<br>Il centro visite di Tròdena è nell'edificio di un vecchio mulino elettrico, esteso su tre piani. Riattivato nel 2000, ora il mulino viene anche impiegato per macinare i cereali durante le dimostrazioni.