Intorno all’isola Comacina, unica isola del Lario, al centro di una lunga vicenda storica, si sviluppò in età altomedievale e medievale un centro politico, civile e militare autonomo, minuscolo territorio - sul piccolo golfo tra Argegno e la penisola di Lavedo (o di Balbianello) - che anche sul piano ecclesiastico costituiva una pieve a sé. Sito fortificato romano e bizantino, perno della difesa imperiale contro l’invasione longobarda, poi caposaldo di primo piano nelle lotte tra Berengario II e Ottone I di Sassonia, l’isola mantenne la propria indipendenza fino al XII secolo, allorché i comaschi, per punirne la fedeltà a Milano, la espugnarono e ne rasero al suolo gli edifici. Delle chiese (ben sei, costruite tra la tarda antichità e il XII secolo) restano oggi alcuni ruderi e le fondamenta, riportate alla luce dagli scavi. Unico edificio integro è l’oratorio barocco di S. Giovanni, sorto sui resti di una chiesa romanica e di fortificazioni tardoantiche. Resta notevole la suggestione del luogo, nella quiete protetta dalle acque del lago; in questo contesto sorgono tre case-studio progettato dall'architetto razionalista Pietro Lingeri a disposizione di artisti per brevi soggiorni. Numerose tracce antiche sono visibili anche sulla sponda che fronteggia l’isola, alternate alle ville erette in età barocca e neoclassica dalla nobiltà lombarda. Spicca a Sala Comacina villa Beccaria, una dimora settecentesca che ospitò Cesare Beccaria, Alessandro Manzoni e Cesare Cantù.