Il nome della vasta area di escavazione si deve all’edicola romana oggi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, che qui rimase fino al 1863. Molti furono i visitatori e gli artisti che apposero la propria firma sulla raffigurazione marmorea di Giove, Ercole e Bacco, figure mitologiche che il popolo scambiava per bambini (“fanti”, nel dialetto locale).<br>L’incessante traffico di grossi camion che trasportano colossali blocchi di marmo non nuoce alla magia del posto, stupendo squarcio bianco nel verde intenso delle Apuane; anzi, addirittura accentua l’aura quasi fantascientifica che pervade il luogo.<br>Ai piedi dei “ravaneti” si trova un Museo all’aperto, dove è illustrato l’intero ciclo di estrazione, come avveniva nell’epoca preindustriale e come avviene oggi. Nei pressi dell’entrata si può visitare la fedele ricostruzione del povero ambiente in cui alloggiavano un tempo i cavatori.