Dell’XI secolo, caratterizzato da una pianta a croce latina al cui centro si trovava il fonte battesimale, è stato ripristinato alla fine del Quattrocento; a quegli anni appartengono le opere oggi visibili, accuratamente restaurate tra il 1981 e il 1989 dall’architetto Gianfranco Varini: il portale quattrocentesco; il “Battesimo di Gesù”, affresco di Francesco Caprioli (1499) dietro all’altare maggiore; la grande vasca battesimale ottagonale in breccia rosa di Verona e marmo bianco, con rilievi di santi, attribuita a Bartolomeo Spani o a Gaspare Bigi (1494) nel transetto a sinistra. Sulla colonna di sinistra dell’ingresso è inciso il campione delle misure lineari della città (il braccio e la pertica), antico riferimento ufficiale in caso di frodi, da cui il popolare motto dialettale «San Zvan al fa vèder l’ingàn» («S. Giovanni fa vedere l’inganno»).