Il luogo è panoramico; sta su un altopiano fertile, con alle spalle le Serre, in vista del lontano golfo di Sant'Eufemia: da un punto, il Belvedere Grande, si scoprono costa e rive per immenso tratto dal capo Palinuro fino alle nevi dell'Etna. L'importanza strategica della posizione, compreso il suo naturale riferimento a mare - oggi Vibo Valentia Marina - è confermata dalla continuità dell'insediamento nel variare di genti e nomi. Veip, da cui Vibo - la denominazione si legge su monete - era chiamato dalle popolazioni bruzie un insediamento probabilmente siculo, preellenico; Hippónion fu poi una colonia dei locresi, Valentia la colonia latina a monte, contrapposta a Vibo sul mare rimasta greca, infine distrutta dai saraceni; al tempo di Federico II compare il nome di Monteleone per il borgo e il castello nella parte alta della città attuale. I toponimi antichi risuscitano nel nome odierno nel 1928; del mosaico storico-archeologico rimangono, interessantissimi, tutti gli indizi.