Il comune di Ovaro è formato da una dozzina di villaggi, che offrono tutti motivi di visita.
A Muina, la chiesa dei Ss. Luigi Gonzaga e Pelagio ha un prezioso altare ligneo e tele settecentesche. Ad Agrons case in pietra circondano la cinquecentesca chiesa di S. Fosca, che conserva un altare ligneo seicentesco, con pala di scuola friulana. Di notevole interesse è la pieve di S. Maria di Gorto, originaria del V secolo. L’edificio, su un’altura poco prima di Cella, presenta affreschi del Duecento, nell’abside, oltre a elementi architettonici quattrocenteschi. Reperti archeologici, insieme a paramenti del XVI-XVII secolo, sono esposti in un piccolo museo allestito nel coro. In cantoria è collocato un prezioso organo settecentesco. Le case di Cella, come in altri villaggi vicini, sono caratteristiche per le coperture di tegole in cotto verde e ocra, prodotte da artigiani della valle.
Ovaro era un tempo un importante centro economico e commerciale, come dimostrano le case signorili del paese. I boschi della zona erano riserve di legname, utilizzato per la costruzione delle navi veneziane.
Oggi, il paese ospita ogni luglio la sagra del Malgaro, mostra mercato a tema che ricorda l’importanza di questo settore nell’economia e nella socità della zona.
Presso Liariis, frazione di Ovaro, gli scavi nella necropoli Namonèt hanno portato alla luce tombe altomedievali, con corredi comprendenti anelli, fibule, croci, coltelli e altri oggetti. La chiesa di S. Vito conserva affreschi di Pietro Fuluto (1515), come anche quella di S. Caterina a Luint, nella quale il pittore tolmezzino ha lasciato una delle sue opere più felici (1519).
Mione si ricorda per i begli esempi di architetture carniche antiche: imponente la casa delle Cento Finestre, costruita nell’Ottocento con il tetto in tegole verdi. La chiesa di S. Antonio è decorata con affreschi ancora di Pietro Fuluto (1510). In località Aplis, lungo la strada che sale verso Mione, si trova il Museo del legno e della segheria veneziana.