Nella verde valle del Paglia, la città si distende su una rupe di tufo biondo. Con il nome di «Urbs Vetus», città vecchia, Orvieto compare appena nell'alto medioevo, negli scritti di Paolo Diacono e di Gregorio Magno. Il nome antico della città, che i resti archeologici dimostrano essere stata fiorente centro etrusco, pare fosse «Velzna» e poi «Volsinii» per i Romani. Orvieto acquista nuova importanza nel Medioevo e difatti al XII secolo risalgono significativi edifici romanici: le chiese di S. Andrea e di S. Giovenale, le torri e il grandioso palazzo del Popolo. Successivamente Orvieto si dimostra sensibile allo stile gotico, che impronta le chiese di S. Francesco e di S. Domenico, il Palazzo papale e soprattutto il Duomo, uno dei capolavori dell'architettura medievale italiano. Sin da allora la città, che per la sua posizione non ebbe mai bisogno di una vera cinta muraria, occupa quasi tutta la sommità della piattaforma tufacea. Le età successive non porteranno grandi monumenti: il patrimonio architettonico si arricchirà di palazzi cinquecenteschi e del celebre pozzo di S. Patrizio, mentre la moderna espansione urbana si svilupperà nella pianura ai piedi del colle. Negli immediati dintorni, uscendo da porta Romana. è rilevante la badia dei Ss. Severo e Martirio, fondata nel XII-XIII secolo dai Benedettini. Nel territorio comunale ricade il lago di Corbara, ampio bacino artificiale che regola il regime del Tevere e alimenta una centrale idroelettrica. Voce importante dell'economia locale è il vino, essendo l'Orvieto Doc uno dei bianchi più apprezzati d'Italia. Parte del territorio comunale rientra nel Parco di Monte Peglia e nel e Parco fluviale del Tevere.