Oggi è una frequentata meta turistica e di sport invernali – la cima del monte Amiata dista una decina di chilometri – ma la ragione storica della cittadina è chiara dal nome: un’abbazia.
Al centro del nucleo storico si trova infatti ancora l’abbazia di S. Salvatore, documentata dal 762, e secondo la tradizione fondata dal duca longobardo Ratchis. Ebbe secoli di splendore, ma è stata soppressa fin dal 1782.
La chiesa è romanica, ricostruita nel 1035, rimaneggiata e restaurata nel corso del tempo, con facciata a capanna affiancata da due torrioni. Nell’interno a navata unica, con presbiterio rialzato, sono notevoli un grande Crocifisso ligneo della seconda metà del dodicesimo secolo, e gli affreschi di Francesco Nasini; la cripta risale all’ottavo secolo, e ha trentasei colonne con bei capitelli scolpiti. Nel chiostro è allestito un piccolo Museo artistico.
Vicino, il borgo medievale è quasi intatto, ed è di grande interesse per le case gotiche e rinascimentali in roccia scura trachitica.
Il passato di centro minerario – di fama mondiale per l’estrazione del cinabro, da cui si ricava mercurio – è documentato nel Parco Museo Minerario, allestito in uno stabile che faceva parte del complesso dei forni Cermak-Spirek, del 1897.