Nel cuore dei monti del Gennargentu e cinto da fitti boschi di castagni, Dèsulo è centro di antica vocazione pastorale oggi in parte soppiantata da quella turistica (escursionismo e sci in particolare). La strada che vi arriva da Fonni corre tra le cime del Gennargentu, dalle caratteristiche tonalità argentee, in genere dolci, tondeggianti e quasi spoglie. La fitta vegetazione di alberi d’alto fusto delle pendici si dirada man mano che aumenta l’altitudine, fino a divenire pressoché assente nella zona culminale. Interessante anche la fauna (il muflone, per esempio), e in particolare l’avifauna: fra le cime volteggiano ancora lo sparviero, il falco pellegrino, l’astore, l’avvoltoio grifone, l’aquila reale. La fama di paese tra i più caratteristici dell’isola, dovuta principalmente alla sua rustica tipologia edilizia, si è un po’ attenuata per i cambiamenti che hanno in parte snaturato il pregio ambientale del centro storico. Il quale – suddiviso un tempo in tre rioni (dai bizzarri nomi di Asuai, Issiria e Ovolaccio), prima separati e poi saldati – conserva ancora, però, alcuni angoli molto suggestivi. Soprattutto negli scoscesi vicoli attorno alla parrocchiale nuova resistono alcuni begli esempi di architettura tradizionale in pietra scistosa con balconate lignee. Tra questi stretti viottoli non era raro, fino a tempi recenti, incontrare donne che indossavano l’antico costume locale di squillanti colori rosso, giallo e blu. Tale spettacolo si rinnova in occasione delle feste tradizionali, tra cui è di forte suggestione, nella Settimana Santa, il rito dell’Iscravamentu (deposizione dalla croce). Altro elemento che resiste alla ‘modernità’ è la tradizione artigianale dell’intaglio del legno, della tessitura dell’orbace e della confezione di dolci tipici. Importante momento associativo è la manifestazione La montagna produce, fiera gastronomica che si tiene ai primi di novembre per valorizzare i prodotti del territorio: prosciutti, salsicce, pane tipico, carni, formaggi, dolci, castagne. Sulla sinistra della via principale richiama l’attenzione l’ex parrocchiale di S. Antonio Abate (XV secolo) di linee tardogotiche, con uno splendido pulpito ligneo del ’600, mentre in quella nuova, attigua, è un bel Crocifisso del ’500.