Il paese appare, a chi arriva dalla provinciale 548, come un nido d’aquila aggrappato sulla collina che domina la confluenza fra i torrenti Carpasina e Argentina; l’abitato – con funzioni evidentemente difensive – è compatto e articolato, nella sezione più alta, in un dedalo di vicoli, scale e passaggi voltati tra le case di pietra. Tale impostazione culmina nel movimentato complesso religioso formato dalla parrocchiale di S. Giovanni Battista, rifatta nel 1793, e dal parimenti barocco oratorio di S. Vincenzo Ferreri, con la chiesa posta su un passaggio voltato che raccorda un livello inferiore; la sua facciata, dominata da un massiccio campanile, è in parte coperta dall’oratorio, anch’esso costruito su un portico e con ingresso a quota ancora più alta. In sostanza, una piazza in miniatura, che raccoglie in uno spazio di pochi metri quadri due scale, uno scorcio di facciata, campanile, canonica e portici. Nonché, all’interno dei due edifici, preziose opere d’arte: la parrocchiale racchiude una Via Crucis di Maurizio Carrega, Martirio di S. Stefano di Emanuele Macario, Risurrezione di Luca Cambiaso (1563) e un polittico (S. Giorgio) dipinto nel 1516 da Lodovico Brea e aiuti. Viene attribuito a Francesco Brea il trittico (Madonna e santi) conservato nell’oratorio, insieme a un prezioso altare intagliato.
Tra le iniziative volte a rivitalizzare il paese, è stato allestito in uno storico edificio del centro uno spazio pubblico, la Loggia degli sposi, destinato soprattutto alla celebrazione dei matrimoni civili: il paese sarebbe stato fondato, secondo la leggenda, da due giovani sposi di Badalucco, che rifiutarono di sottostare alla legge dello jus primae noctis. Nel cimitero del villaggio, la tardo-romanica pieve di S. Giorgio. Tra le escursioni da Montalto, si segnala quella interessata dal Sentiero Balcone mediterraeneo.