Fino al 1938 si è chiamato Sasso Bolognese, riprendendo il nome d’uso locale che indentificava il paese con la rupe strapiombante che s’innalza sul fiume Reno. Poi, per regio decreto, è diventato Sasso Marconi, in onore dell’inventore della radiotelegrafia (1874-1937), premio Nobel per la fisica nel 1919, che in quel di Pontecchio aveva una casa di campagna. La seicentesca villa Griffone, scenario dei suoi primi esperimenti di trasmissione senza fili, è oggi sede della fondazione «Guglielmo Marconi» e del museo che riunisce i cimeli di una vita di scoperte ed eccezionali onori. Emozionante, la visita alla ‘stanza dei bachi’, il primo laboratorio allestito nella soffitta della villa da quel quindicenne incuriosito dall’elettricità. Soltanto pochi anni dopo sarebbe giunto all’intuizione della possibilità di comunicare senza fili a grande distanza, superando gli ostacoli naturali, il primo dei quali fu la collina dei Celestini posta di fronte alla finestra del suo laboratorio. Nel giardino sottostante, il grande mausoleo che ne ospita le spoglie, costruito dall’architetto Piacentini nel 1941.