Centro agricolo di modeste dimensioni, fu fondato nel 1606 dal conte Baldassarre Naselli, che gli dette il nome di Aragona in onore della madre Beatrice Aragona Branciforti. La piccola piazza Umberto I è caratterizzata dalla massiccia mole del Palazzo feudale (una sua ala oggi è sede del Municipio), costruito fra il XVII e il XVIII secolo e rinnovato nel 1875, e dalla barocca chiesa del Purgatorio. Non lontano si erge la chiesa Madre (XVII sec.), il cui interno a navata unica custodisce un bel presepe ligneo settecentesco con grandi figure. A circa 3 km a sud dell'abitato, con una deviazione dalla strada per Agrigento, si raggiunge la Riserva naturale Macalube di Aragona. Il paesaggio lunare che si apre all'improvviso è costituito da una distesa argillosa percorsa da crepe e punteggiata da vulcanelli alti pochi centimetri ("macalubbe" in arabo) che eruttano alternatamente melma grigiastra e sbuffi di gas metano: si tratta di una delle più vistose e suggestive manifestazioni di un raro fenomeno geologico, riportato già da Platone, noto come "vulcanesimo sedimentario".