Una Giara più piccola e certamente: Sulla Giara di Serri, meno famosa di quella di Gèsturi, seppure nata anch’essa da colate di basalto di remote eruzioni vulcaniche, emergono le cospicue e interessantissime rovine di questo grande santuario e villaggio nuragico, importante centro protosardo con funzione religiosa e forse politica più che insediativa. Ci si arriva da Serri lungo la stradina che sale al pianoro dove i ruderi si ritrovano insieme a quanto rimane della medievale chiesa di S. Vittoria, collegata alla settembrina sagra del ringraziamento per i frutti della terra. Un muro di cinta divide l’area sacra del tempio a pozzo da quella del recinto delle feste. Poco lontano sorgono le abitazioni dei custodi del santuario e, in disparte, la costruzione circolare per le riunioni ‘politiche’, cioè le assemblee dei prìncipi della stagione delle aristocrazie nuragiche dal X secolo al VI a.C., come ha ben illustrato l’archeologo Giovanni Lilliu, ritenuto il maggior studioso della civiltà nuragica. La visita può essere preceduta da quella all’Antiquarium di Serri (via Municipio 1), dove fotografie aeree e pannelli illustrativi permettono una maggiore comprensione della grandiosità dell’insediamento di S. Vittoria.