È uno dei più grandi, completi e significativi esempi di ‘vie sacre’ lombarde e piemontesi, incluso nella lista Unesco dei beni dell’umanità da preservare. Promosso dal frate cappuccino Gian Battista Aguggiari e realizzato tra il 1605 e il 1680, si snoda erto e tortuoso per 2 km dai 585 m della Prima cappella agli 880 del santuario di S. Maria del Monte, che ne costituisce il culmine. Tra i due punti sorgono 14 cappelle dedicate ai misteri del Rosario. Il percorso è arricchito da una serie di terrazze ‘contemplative’ aperte verso la pianura e le valli intorno, da fontane per il ristoro dei fedeli durante l’ascesa, da frequenti slarghi per pause di riposo durante le processioni. Alla suggestione dell’ambiente si affianca quella dell’apparato decorativo, scultoreo e pittorico delle cappelle, di forte impatto realistico. Vi attesero principalmente artisti locali d’età barocca (Morazzone in particolare, poi il Legnanino, Pietro Gilardi, Antonio Busca, Francesco Silva, Isidoro e Federico Bianchi, Carlo Francesco Nuvolone); ma non mancano interventi d’altra epoca, come la Fuga in Egitto della Terza cappella, dipinta nel 1983 da Renato Guttuso sopra un affresco rovinato del Nuvolone. Il percorso si conclude, otticamente, con la fontana del Mosè (1803-17) e con il santuario di S. Maria del Monte. Alla fine del viale delle Cappelle, la Casa museo Lodovico Pogliaghi custodisce una ricca collezione d'arte e archeologia, tessuti pregiati, bozzetti e i gessi originali della porta maggiore del Duomo di Milano.