All’esterno del circuito murario di Oristano è Su Brugu, il borgo, o meglio i borghi, i quartieri popolari sorti lungo le strade che si dipartono dalle porte cittadine: Pontixeddu (Ponticello), nella via Tirso, Congidargius (via Fìgoli), Maddalena (presso l’oratorio omonimo, piazza Mariano), None (via Aristana), S. Lazzaro (via Cagliari). Qui negli ultimi decenni i cambiamenti architettonici sono stati rapidi ed è sempre più raro incontrare i bassi edifici costruiti in làdiris, i mattoni crudi, impastati di fango e di paglia, che fino a non molto tempo fa erano il materiale edilizio prevalente nelle costruzioni del Campidano e di Oristano. Quando non sono state sostituite da moderni laterizi, spesso le cortine murarie così costruite sono state intonacate, e quindi ‘nascoste’. Solo negli ultimi anni è ripresa la produzione del làdiris, che è assai più costoso ma assicura notevoli vantaggi in termini di isolamento termico: i locali interni infatti trattengono il calore d’inverno e restano freschi in estate. Altra caratteristica cittadina in via di estinzione per le strade dei borghi storici sono gli alti muri di cinta da cui traboccano i rami fioriti del gelsomino e del glicine. Fulcro di Su Brugu è la settecentesca chiesa di S. Efisio, la cui festa, a fine settembre, è una ricorrenza molto sentita dagli oristanesi: la statua del santo, secondo la leggenda campione nella lotta contro le popolazioni barbaricine pagane, viene portata in processione su un carro trainato da una coppia di buoi per le vie cittadine e lungo la strada per Tharros.