Nata come Strada del Vino Bianco e ribattezzata Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano-Valdobbiadene, celebra il vino di qualità e il suo rapporto storico con il territorio. Primo percorso di questo tipo creato in Italia (1966), si snoda per 70 km in un itinerario ad anello fra i colli del Coneglianese, del Felettano, del Quartier del Piave e di Valdobbiàdene. Una fascia pressoché ininterrotta di vigneti (3300 ettari ca.) riveste i versanti di queste colline. Da Conegliano, seguendo le indicazioni per San Pietro di Feletto, si imbocca la provinciale che lambisce il colle della rocca; dopo brevi tornanti si giunge in località Costa.<br>Superate Rua di Feletto, sorta attorno a un seicentesco eremo camaldolese, e Antiga, si prosegue per San Pietro di Feletto, la cui medievale Pieve di S. Pietro fu eretta, forse, sui resti di un edificio romano. Fra i suoi affreschi colpisce il trecentesco Cristo della domenica, soggetto figurativo di tradizione popolare che si ritroverebbe solo in poche decine d’esemplari.<br>Si arriva dopo 4 km a Refróntolo, castrum vescovile passato nel XII secolo ai Collalto: la parrocchiale di S. Margherita conserva una pala attribuita all’olandese Pietro Mera.<br>Salendo si può visitare il molinetto della Croda, detto Gorl del Munèr: parzialmente scavato nella pietra, è uno dei rari mulini cinquecenteschi ancora presenti nel Veneto. Nelle vicinanze del sito, di grande interesse ambientale grazie anche alla cascata del torrente Lierza, si estraeva lignite; in località Crevada infatti è ancora visibile la ferrovia mineraria.<br>Da Refróntolo la Strada continua verso Solighetto, nel cui centro è villa Brandolini.<br>Tappa successiva, girando a sinistra, è la Pieve di Soligo, fulcro del Quartier del Piave: in piazza Vittorio Emanuele II prospetta l’ottocentesco palazzo Sanmartini e Balbi-Valier, opera dell’architetto Giovanni Battista Meduna.<br>Ritornati sulla Strada del Prosecco si prosegue per Soligo onde giungere a Farra di Soligo, d’origine longobarda: la chiesa di S. Stefano, del XII secolo, custodisce un Crocifisso ligneo di Andrea Brustolon; l’antico oratorio di S. Tiziano conserva una pala di Palma il Giovane.<br>Prima di arrivare a Col San Martino si scorgono le torri di Credazzo, relitti di un castello caminese distrutto nel XV secolo.<br>Lasciata la provinciale che conduce a Vidór, dove sorge l’abbazia di S. Bona (1106), si entra nel centro di Col San Martino; sul colle che domina l’abitato s’erge la chiesetta di S. Vigilio, del XIII secolo.<br>La Strada del Prosecco prosegue in direzione nord-ovest per Guia e la contigua Guietta; qui si volta a sinistra per San Pietro di Barbozza e Valdobbiàdene, lungo una strada panoramica di rilevante valore paesaggistico.<br>Tra le località di Saccol e Follo si estendono infine i 107 ettari della campagna di Cartizze, dove si produce l’omonimo Prosecco Superiore.