Il Terraglio, breve segmento dell’antica Via d’Alemagna e oggi della statale 13 Pontebbana, costituisce, assieme alla Riviera del Brenta, una sorta di prosecuzione architettonica in terraferma della città lagunare. Principale percorso delle comunicazioni con il mondo germanico già prima del Mille, su un tracciato frequentato forse in età preromana, il Terraglio divenne uno dei luoghi prediletti per i «soggiorni in villa» della nobiltà veneziana fin dal XVI secolo, con l’insediamento delle residenze di campagna dei Mocenigo, dei Moro e dei Tiepolo; il fenomeno della villa ebbe poi grandissima diffusione dagli inizi del ’700, quando la carreggiata fu ampliata e migliorata grazie anche all’interramento del canale che lo affiancava e al quale è legato il nome di questo percorso. Il termine «terraglio» sembra derivi da terraleum, cioè terrapieno creato con l’escavo del canale che doveva costituire la principale via di comunicazione tra Treviso e Mestre-Venezia, ma che fu progressivamente soppiantata proprio dallo sviluppo dell’argine-strada. <br>L’intervento decisivo per l’assetto del Terraglio è però quello attuato in epoca napoleonica, quando la strada fu ampliata, rafforzata e contornata da filari di platani orientali. Una serie di gravi demolizioni (della villa Mocenigo di Andrea Palladio, tra le altre), assieme a importanti modificazioni avvenute nel corso dell’epoca contemporanea, hanno trasformato questa strada in un’asse a servizio del complesso sistema produttivo che caratterizza il nord-est. <br>Il consistente incremento degli insediamenti sia residenziali sia produttivi allineatisi lungo la strada ha cambiato i rapporti tra il paesaggio costruito e la campagna anche lungo questo viale, che oggi appare ancora fiancheggiato (a tratti) da platani secolari e da numerose ville venete (per la maggior parte di proprietà privata e non visitabili), che si alternano però ad altri numerosi e vari moderni edifici.