I frammenti delle mura cinquecentesche ancor oggi visibili appartengono a un programma di fortificazione messo a punto dalla Serenissima in seguito alla sconfitta di Agnadello e al dilagare di eserciti stranieri: l'operazione prevedeva la costruzione delle mura e la realizzazione di un sistema di regolazione idraulica delle acque del Sile e del Botteniga in grado di allagare, mediante l’innalzamento dei due letti e di saracinesche, la campagna circostante per 1 km. Avviò i lavori Fra’ Giocondo nel 1509 con le opere idrauliche per il passaggio del fiume Cagnàn sotto le mura presso il ponte di Pietra a nord; e per la canalizzazione che collegava Cagnàn e Sile; solo i borghi S. Tomaso e Ss. Quaranta furono inclusi nel nuovo perimetro. Proseguirono il programma Lorenzo di Ceri e Bartolomeo d’Alviano, che lo completò, nel 1520. La nuova forma della città delineava un rettangolo irregolare, allungato a est e ovest, condizionato dalla presenza del Sile, che imponeva l’adattamento della cinta alla preesistente scaligera, recuperata nel tratto meridionale. La città diventava isolato monumento fortificato della Serenissima, esaltato dai leoni di S. Marco distribuiti lungo l'intera cortina muraria.<br>Procedendo in senso antiorario si raggiunge barriera Garibaldi, del 1866: si può ammirare a sinistra il possente bastione di S. Paolo, coronato dal castello romano, e, sullo sfondo, uno scorcio della cortina edilizia della piazza Garibaldi e della riviera omonima.<br>Via Tasso conduce al bastione d'angolo con via Bixio, su cui s'impernia il tratto orientale delle mura. A sinistra, fra i bastioni agli estremi del lato orientale, le mura, allineate lungo il Botteniga, subiscono l’assalto di una cortina di condomini.