Il programma di riqualificazione urbana ha interessato anche il vicino quartiere popolare di borgo Dora, ora animato da vinerie, ristoranti e botteghe artigiane, e fino all'800 area delle prime manifatture che sfruttavano, grazie ai mulini, l'energia idrica delle acque della Dora. Nel tracciato irregolare delle vie alla sinistra di corso Giulio Cesare, prima dello scavalcamento del fiume (il ponte Mosca), si estende il Balôn, il frequentatissimo mercato delle pulci torinese. Una delibera comunale del 1856 destinava l'area tra porta Palazzo e la Dora al commercio ambulante dei ferrivecchi, anche se la compravendita di stracci e cose usate era una tradizione fin dal '700 e aveva avuto già parecchie sedi. Le ristrutturazioni urbanistiche dell'800 condussero a scegliere quest'area che, forse per la conformazione del terreno (un 'vallone' tra i preesistenti bastioni e l'argine della Dora) oppure per la presenza nel '700 di uno sferisterio ('il gioco del pallone'), prende appunto il nome di Balôn. Costantemente cresciuto negli anni, oggi il mercato si snoda tra le vie Cottolengo, Lanino, Mameli e Borgo Dora. Oltre alle bancarelle e ai provvisori teloni stesi per terra, ha visto sorgere negozi e, nelle adiacenze, veri e propri magazzini. La tradizione vuole che al Balôn si trovi di tutto: dal chiodo arrugginito al prezioso mobile d'antiquariato, dalla batteria dell'automobile al raro oggetto da collezionista. Forse la realtà non è più come una volta. Restano però il fascino del bagno di folla in un'umanità varia e curiosa, il rigoroso rito della contrattazione: e questo basta, il sabato, per riempire di gente le vie. Ogni seconda domenica del mese viene invece allestito il Gran Balôn, una delle più note e apprezzate mostre-mercato dell'antiquariato nazionale.