Animato nodo di traffico, la piazza è inquadrata dai prospetti laterali del teatro di S. Carlo e di Palazzo Reale. Sul lato ovest, al piano terreno del palazzo della Prefettura, si trova uno del locali più celebri del capoluogo: il Caffè Gambrinus, che conserva la notevole decorazione di fine '800. Il locale apriva le porte nel 1860, durante gli stessi mesi in cui i fermenti risorgimentali stavano dando vita all'Unità nazionale. Qui, nel salotto buono della capitale, a due passi dal teatro San Carlo e dal Palazzo Reale, si davano appuntamento artisti e intellettuali per assaporare caffè, sorbetti e pasticcini insieme a qualche raffinato brano di musica, d'arte e cultura. Tra i frequentatori più assidui si ricordano Benedetto Croce, Oscar Wilde, Matilde Serao, Sigmund Freud e Gabriele D'Annunzio, che su questi tavoli scrisse le parole della canzone napoletana A Vucchella. Alla fine dell'800 risale il restyling degli interni, con le sale ingioiellate da stucchi, specchi e dorature e le pareti ricoperte dai noti artisti del neorealismo napoletano: Scoppetta, Migliaro, Capone, Volpe, Postiglione, Tafuri, Fabron, De Sanctis e Caprili. La chiesa di S. Ferdinando, invece, fu fondata nel 1622.