Nel centro storico di Oristano, la chiesa del Carmine, dalle dimensioni ridotte, è l’espressione massima del rococò in Sardegna; un vero gioiello dell’architettura rococò in Italia secondo la definizione di Corrado Maltasericca.

Parte dell’ex convento dei Carmelitani, è il frutto del genio dell’architetto piemontese Giuseppe Viana (1776). L’opera voluta e finanziata da don Damiano Nurra, marchese d’Arcais venne donata ai frati nel 1782 e da loro utilizzata fino al 1866.

Il complesso (chiesa e monastero) misura una lunghezza di quasi 40 metri e un elevato che raggiunge i 15.

La faccia in arenaria si presenta compatta nel suo prospetto sulla via. A movimentarne la superficie sono lesene basse e lisce sulle quali si impongono capitelli ionici. In asse al portale d’accesso troviamo: una lapide marmorea, lo stemma della casa D’Arcais, una finestra reniforme e il timpano sul quale si imposta una croce in metallo.

L’interno, a pianta unica, è arricchito da quattro cappelle, nicchie laterali e tribunette.

Le tonalità dell'intonaco, le zone di ombra, la galleria sono alcuni degli elementi che definiscono e ampliano la percezione dello spazio arricchito dagli arredi lignei, dalle modanature di marmo e dal ferro battuto. Sull’altare maggiore trionfa la cupola ellittica sorretta dal tiburio. Di grande interesse la statua della Madonna del Carmelo e il pulpito entrambi in marmo.

Particolari le coperture della cupola e del campanile presentano coppi maiolicati di diversi colori.