Al piano superiore dell'ex monastero di Classe trova posto la Biblioteca Classense, fondata al principio del XVIII sec. dall'abate Pietro Canneti e ora di proprietà comunale. Conta oltre 600000 volumi e opuscoli, un migliaio di manoscritti e una raccolta di 800 incunaboli, tra i quali: il «De Oratore» di Cicerone (Subiaco, 1465), ritenuto la più antica stampa italiana; il «Liber sextus Decretalium» di Bonifacio VIII, miniato, stampato a Magonza nel 1465; la «Historia Naturalis» di Plinio il Vecchio, edita a Venezia nel 1469; la «Hypnerotomachia Poliphili», stampata a Venezia nel 1499 da Aldo Manuzio. Tra i codici, molti dei quali miniati, pregevoli un isolario (1422) di Cristoforo Buondelmonti; due trattati sull'edificazione della chiesa di S. Giovanni Evangelista di Rainaldo Concoreggio (codice membranaceo, del sec. XIV); undici Commedie di Aristofane, in folio membranaceo del sec. x. Di grande interesse, inoltre, la raccolta di 45 xilografie primitive e cinque rami, di scuola italiana e tedesca. Nella sala Dantesca sono conservati una pregevole collezione di edizioni dell'Alighieri e di critica dantesca, e un codice della «Commedia», trascritta da Bettino de Pilis (1369). Nell'edificio è ospitato anche l'Archivio storico comunale che conserva l'archivio del comune, a partire dal 1512, e altri fondi