Al piano nobile del palazzo dell'Ospedale Vecchio o palazzo del Merenda, a sinistra, è l'accesso alla Biblioteca comunale «Aurelio Saffi», costituitasi nel 1750 con un primo nucleo formato dalla raccolta dei libri giuridici di Marcantonio Albicini, arricchitasi poi notevolmente con i fondi provenienti dalle congregazioni religiose soppresse e con molteplici donazioni di librerie private. Conta oltre 400 mila tra volumi e opuscoli e conserva famose edizioni di libri rari e di pregio (incunaboli e cinquecentine). Alto anche il numero dei manoscritti; tra questi, le opere in originale o in antiche copie dei vari cronisti forlivesi del XV sec. e la ricca documentazione storiografica e diaristica del periodo risorgimentale. Celebre l'*Offiziolo della Vergine, un codice del XIV sec. con smaglianti miniature a soggetto sacro e profano, tra le quali spicca la sequenza dei mesi, attribuita ad Andrea de' Bartoli (seconda metà del sec. XIV). Di risonanza internazionale la cospicua raccolta in 38 volumi rilegati degli autografi di G. B. Morgagni, insigne anatomista di origine forlivese. Annesso alla biblioteca per lascito testamentario è il fondo Piancastelli, formato in primo luogo da una ricchissima raccolta con indirizzo monografico riguardante la Romagna. Il patrimonio della biblioteca comprende inoltre l'autografoteca, nella quale sono conservati circa 250 mila tra documenti e autografi di personaggi rilevanti per la storia della politica e della cultura, a partire dal XII sec. fino alle soglie del XX; il selezionatissimo monetiere medagliere, con testimonianze numismatiche (a volte pezzi unici) che vanno dalla Roma repubblicana fino al 476 d.C.; l'imponente complesso di disegni e stampe, con diverse migliaia di esemplari, spesso rarissimi