Appoggiato sulla collina, il maestoso Castello Reale attira lo sguardo e domina la pianura circostante. Se la giornata è tersa, è consigliabile una sosta sulle panchine disposte lungo il viale che ne costeggia il fianco, da dove è possibile ammirare tutta Torino adagiata ai suoi piedi. Sorto come fortilizio medievale, con quattro torri circolari di cui due ben pronunciate in facciata, l'edificio divenne dimora ducale nella seconda metà del Quattrocento e poi residenza reale. Nel 1619 Carlo di Castellamonte iniziò le opere di trasformazione della preesistente fortezza, continuate da Andrea Costaguta (1646) e Amedeo di Castellamonte (1664-83), mentre successivi interventi, anche sull'arredo, sono attribuiti a Filippo Juvarra (1731) e a Benedetto Alfieri (1752-56) che opera sotto Carlo Emanuele III. All'opera di Francesco Martinez, durante il regno dl Vittorio Amedeo III (1726-1796) si deve la costruzione della cappella reale, oltre ad altri numerosi 'ritocchi'. Adibito, durante la Rivoluzione francese, a caserma, ospedale, militare, carcere e, nel parco, a cimitero per l'esercito, tornò a ospitare i fasti di casa Savoia con la Restaurazione. Vide significativi interventi anche in epoca risorgimentale quando Vittorio Emanuele II dispose imponenti lavori all'appartamento reale. Nel 1926 una parte passò all'amministrazione militare e, dal 1948, all'Arma dei Carabinieri che vi insediò il Battaglione Piemonte. Oltre alle caratteristiche architettoniche, il castello ha rilevante valore storico. Qui muore Vittorio Amedeo II, primo re di Sardegna, e soggiorna fino alla scomparsa la principessa Maria Clotilde, la Santa di Moncalieri. Qui, il 20 novembre 1849, Vittorio Emanuele II firma il Proclama di Moncalieri, atto che scrive una pagina significativa del Risorgimento Italiano. L'ampio parco e la Cavallerizza, che con i suoi 1000 metri quadri è la più grande tra quelle delle residenze sabaude, sono stati oggetto di recente restauro. Offeso da un incendio che il 5 aprile 2008 ne ha devastato il torrione a destra della facciata e la stessa sala del Proclama, dopo un lungo restauro, il maniero è nuovamente visitabile dal 2017.