Si staglia, imponente, alla fine della riva Ottaviano Augusto. Costruita nel 1904-07 come terminale delle ferrovie statali austriache, dopo il 1918 la stazione perse gran parte dell’importanza perché le linee afferenti finirono divise tra Austria, Iugoslavia e Cecoslovacchia; rimase così il capolinea delle sole linee per l’Istria e il Carso e anche per questo, nel periodo autarchico, la bellissima copertura in ferro e vetro che proteggeva i binari venne asportata per riutilizzare il materiale. Dopo il secondo conflitto mondiale anche le linee istriane finirono al di la del confine, e Campo Marzio divenne una grande stazione fantasma. Oggi ospita il Museo Ferroviario.