La stazione di Porta Susa (1856), storico svincolo del traffico ferroviario da e per la Francia, è il secondo punto di approdo cittadino su rotaia, ma destinata a surclassare la centralissima Stazione di Porta Susa come fulcro della mobilità torinese. A partire dalla seconda metà dell'800 Torino si trovò di fatto 'tagliata' in due dalla strada ferrata che unisce le due stazioni, un collegamento oggi garantito dalla linea 1 della moderna metropolitana. I nuovi progetti di trasformazione urbana prevedono per la stazione di piazza XVIII Dicembre, costruita nel 1868 e contrassegnata dal colonnato e dalle ampie vetrate, il trasferimento in un nuovo fabbricato verso corso Bolzano, con sviluppo nell'interrato e una galleria di superficie in vetro e acciaio. Le scelte dettate dalle nuove esigenze di mobilità - l'interramento del tracciato con la realizzazione del passante ferroviario, il potenziamento dei collegamenti regionali e nazionali, l'inserimento di Torino nella rete veloce europea e, soprattutto, il ricongiungimento dei quartieri separati dal solco ferrato - portano alla creazione in superficie della così detta Spina centrale, un grande asse che s'innesta nel complessivo ridisegno della città e che, da nord di oltre Dora fino al sud del Lingotto, mette in connessione le aree industriali dismesse e affacciate ai margini della ferrovia, urbanisticamente riconvertite.