Una delle eredità positive delle Olimpiadi del 1960, in occasione delle quali venne realizzato per permettere lo svolgimento dei Giochi. Il nome, molo più antico, riprende quello dell'abbazia delle Tre Fontane, che sorge non lontana da qui. Si tratta di un monastero extra moenia sorto dove, secondo una tradizione risalente al sec. V, l'apostolo Paolo fu decapitato e la sua testa, rimbalzando tre volte, fece scaturire altrettante fonti. Circondato da un bosco di eucalipti, i primi a Roma, piantati dai Trappisti nel 1868 per bonificare la zona, comprende il monastero cistercense, (il secondo fondato in Italia dopo quello di Chiaravalle a Milano), con la chiesa abbaziale dei Ss. Vincenzo e Anastasio e quelle tardo-cinquecentesche di S. Maria Scala Coeli e di S. Paolo. La chiesa abbaziale dei Ss. Vincenzo e Anastasio, fondata da Onorio I (625) per accogliere le reliquie di S. Anastasio, e dal sec. VIII anche quelle di S. Vincenzo, fu ricostruita con il monastero dai Cistercensi riutilizzando fabbricati esistenti dei sec. X e XI (ala est del complesso monastico e capocroce della chiesa) e completata da Onorio III (1221). La facciata in cotto, a doppio spiovente, è preceduta da un portico a colonne ioniche. Nell'interno, suddiviso in tre navi da pilastri e archi a tutto sesto, l'uso della volta a botte a leggero sesto acuto e l'austera monumentalità sono tipici della prima architettura cistercense. Lungo il fianco sin. della chiesa si dispongono gli edifici monastici, assai integrati e restaurati; essi racchiudono il chiostro, il più antico cistercense superstite a Roma, originale sui lati nord ed est. Nel monastero sono conservati affreschi staccati dal dormitorio e da un porticato al piano superiore, tra cui un Calendario dei mesi, raro esempio di pittura a soggetto profano del sec. XIV. Fiancheggia a destra l'abbazia il volume articolato della chiesa di S. Maria Scala Coeli, che Giacomo Della Porta eresse per il cardinale Alessandro Farnese (1581-84) sul luogo ove sotto Diocleziano avrebbero subìto il martirio S. Zenone e i suoi 10203 compagni. L’interno cinquecentesco è a pianta ottagonale e coperto a cupola. La chiesa di S. Paolo, infine, eretta forse nel sec. V sul luogo dove l'apostolo subì il martirio, deve l'aspetto attuale al cardinale Pietro Aldobrandini che la fece ricostruire dal Della Porta nel 1599-1601. L'architettura del complesso ripropone la pianta composta di un vestibolo e di una nave traversa. Dal vestibolo si accede allo spazioso interno, alterato dagli affreschi di Emilio Lazzari, con due cappelle absidate alle estremità e abside al centro; sul pavimento, il prezioso mosaico policromo con le personificazioni delle Quattro Stagioni, proveniente da Ostia.