Immerso nel verde della valle di Astino, circondato da viti, ulivi, alberi da frutto, erbe officinali il complesso della chiesa e del monastero del Santo Sepolcro negli anni è diventato un polo di musica, teatro e cultura. I monaci edificarono la chiesa, consacrata nel 1117, con pianta a croce “commissa”, navata unica e ampio transetto. Ampliata nel 1500 con la costruzione della Cappella del Santo Sepolcro, venne rimaneggiata diverse volte e impreziosita dalle opere di Cristoforo Baschenis il Vecchio e di Giovan Battista Guarinoni. Si arricchì, quindi, con l’edificazione di nuovi spazi: sagrestia, campanile, profondo presbiterio. Se nel '600 assistiamo a interventi architettonici e decorativi, da non dimenticare la coeva pala di San Giovanni Gualberto, nel '700 si impone in gusto tardo barocco. Gli stucchi, gli affreschi e le opere di Giuseppe Brina, Bernardo Sanza, Antonio Cifrondi e Andrea Pelli offrono una nuova veste alla chiesa. Soppresso l’Ordine per volere napoleonico (1797), iniziò il degrado del complesso fin quando nel2007 fu acquistato dalla Congregazione della Misericordia Maggiore. Restaurato fu restituito al culto e alla fruizione. Da non perdere, nel refettorio è L'Ultima Cena di Alessandro Allori dai colori vividi e i dettagli ricchi di pathos.