Citata dal 1273 ma completamente trasformata, all'interno nel 1707, e all'esterno da Nicolò Matas nel 1863. Custodisce due opere del Trecento fiorentino di notevole pregio: all'altare di d., *Madonna col Bambino, angeli e santi (1336) di un pittore ispirato a Maso di Banco, che da quest'opera ha ricevuto lo pseudonimo di Maestro di S. Giorgio a Ruballa (secondo altri l'opera è invece della maniera di Bernardo Daddi); all'altare maggiore, *Crocifisso di Taddeo Gaddi. In sagrestia, tre tele: La Vergine con suor Domenica del Paradiso di Giovanni Domenico Ferretti; Immacolata Concezione di Matteo Rosselli; Martirio di S. Giorgio di Giovanni Camillo Sagrestani.